Arrivano importanti novità per quanto riguarda la ricerca sul tumore ai polmoni. Secondo quanto espresso da uno studio pubblicato dalla rivista Nature Genetics, le mutazioni cellulari che portano all’insorgere della malattia nei non fumatori sarebbero totalmente diverse da quelle evidenziate in studi similari condotti su soggetti fumatori.

Si tratta, chiaramente, di una scoperta di rilievo in grado di orientare con più precisione le ricerche in merito alle possibili diagnosi e terapie. A guidare il team di ricercatori c’è l’italiana Maria Teresa Landi, che da anni lavora presso la Divisione di Epidemiologia e Genetica del National Cancer Institute dei National Institutes of Healtha Bethesda.

Italiane sono anche molte fondazioni coinvolte nella ricerca in questo settore, dalla fondazione Irccs Casa Sollievo della Sofferenza di San Giovanni Rotondo al Regina Elena di Roma. Benché la maggior parte dei malati di tumore ai polmoni sia fumatrice, per i non fumatori il pericolo di contrarre la malattia aumenta con l’età. In particolare, come sottolinea lo studio condotto da Landi, il rischio maggiore lo corrono le donne intorno ai sessant’anni. La ricerca ha isolato tre sottotipi di tumore ai polmoni nei non fumatori: il piano, il mezzo-forte e il forte.

Questi nomi, dal registro musicale, fanno riferimento alla quantità di mutazioni evidenziate nel singolo caso: il “piano” presenta molteplici mutazioni che portano a un lento formarsi del tumore, spesso diagnosticato dopo diversi anni; il “mezzo-forte” porta a un più veloce manifestarsi della malattia, tempo che si abbrevia in modo ancora più deciso nel sottotipo “forte”. Si tratta di una scoperta epocale che offre nuovi spunti per quanto riguarda la ricerca sulle possibili terapie da mettere in atto e che permette una diagnosi precoce essenziale per correre ai ripari quanto prima, senza perdere tempo prezioso.

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