Gli U.S.A. compiono un ulteriore passo verso l’affermazione della donna in tutti i campi, anche quelli considerati più “maschili”. Con il via libera del ministro della Difesa uscente Leon Panetta, le donne statunitensi in servizio nell’esercito potranno combattere al fronte, in prima linea, mentre finora erano sempre state impiegate nelle retrovie. Il ministro dichiara “Dare il via libera alle donne soldato in ruoli di combattimento al fronte darà più forza all’esercito Usa per poter vincere le guerre”.

Ora prende il via una sorta di rivoluzione: le donne possono espandersi ed ambire a posizioni di comando in vari ambiti dell’esercito. I vertici militari dovranno sviluppare piani per dare la possibilità alle donne di inserirsi nei posti. Il cambiamento non sarà immediato: secondo fonti militari determinati ruoli saranno liberi già da quest’anno, mentre per altri ci vorrà di più. Il tempo massimo stabilito è comunque gennaio 2016.

Tuttavia questa decisione non ha trovato strada facile: critiche, opposizioni, resistenze varie si sono succedute ma alla fine il parere generale è stato favorevole. Certe persone sostengono per esempio che la forza fisica delle donne sia inferiore e quindi non sufficiente per lavorare al fronte, e che la loro presenza nel gruppo può causare tensioni. Ma alla fine anche “il gentil sesso” costitutisce una forza lavoro non indifferente e anche il loro sostegno è fondamentale per una buona riuscita delle missioni.  Le donne soldato sono il 20% dei militari in servizio attivo negli Stati Uniti e ricoprono anche posizioni di alto comando, quindi una presenza seppur di minoranza ma comunque abbastanza rilevante, non poteva venir ignorata; questo risolve anche un problema sollevato dalle donne soldato che contestavano appunto il loro mancato impiego al fronte. In zone pericolose come l’Afghanistan dove gli attentati sono sempre in agguato, è difficile tenere le donne lontane dal fronte, e ne sono state mandate molte.

Un passo sicuramente importante per l’emancipazione, anche se vengono comunque riportati casi di abusi e molestie da parte dei commilitoni: quasi la metà  ha denunciato  di aver subito molestie sessuali, mentre il 22% circa ha dichiarato di essere stata violentata. Un mondo di certo difficile e tipicamente maschile, ma ufficializzare la presenza della donna porterà sicuramente verso una accettazione della cosa, seppur lenta.

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