Una vecchia foto in bianco e nero e una lunga didascalia a fare da cornice: Vasco Rossi ricorda così, su Instagram, il papà Carlino che il 28 luglio avrebbe compiuto novantotto anni. “La sua morte è stata il mio primo, grande, dolore”, ha ammesso il cantante.

Giovanni Carlo, Carlino, come lo chiamavano i familiari e gli amici, era nato il 28 luglio 1923 e durante la Seconda Guerra Mondiale fu imprigionato nei campi di concentramento per due anni, dal ’43 al ’45, più precisamente nel lager nazista di Dortmund. L’uomo venne a mancare prematuramente nel 1979, a causa di un infarto, quando Vasco era solo all’inizio della sua carriera. A Modena, nel 2020, gli è stata conferita la medaglia al valore per la sua decisione di non combattere con i tedeschi.

Portava dentro indelebili i segni della prigionia in Germania, ma non ce l’ha mai fatto pesare, non ne ha nemmeno mai parlato con noi a casa”, scrive Vasco ricordando questo triste dettaglio riguardante il genitore ed evidenziando il coraggio e la forza del suo carattere. Nonostante il duro periodo iniziale della sua vita aveva costruito una splendida famiglia e, sottolinea il cantante, “a me non è mancato mai niente”.

Vasco Rossi, nei primi Anni ’70, aveva deciso di intraprendere gli studi in Economia e Commercio, anche spinto dalla famiglia che sognava – almeno inizialmente – un percorso diverso per lui. Blasco però, capì presto che la musica era la sua strada. Incise il suo primo album nel 1977. Due anni dopo la perdita improvvisa del padre Carlino, morto per un malore mentre lavorava, un dolore difficile da elaborare. Il fatto che il genitore non abbia potuto vedere tutto quello che ha realizzato nella vita rimarrà, per il cantante, un grande rimpianto.

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