Il video spaventoso del salvataggio di un bimbo di 1 mese con RSV

Si sta registrando un numero sempre più elevato di casi di bimbi affetti da virus respiratorio sinciziale: a essere più a rischio sono i bimbi nel primo anno di vita, soprattutto quelli nati prematuri, che possono essere costretti al ricovero.

Le temperature sono ormai calate e aumenta così il rischio di potersi ammalare, soprattutto per quelle categorie che sono considerate più fragili, come anziani e bambini. Nel caso dei più piccoli si stanno registrando numerosi casi di RSV, il virus respiratorio sinciziale, uno dei più comuni paramixovirus, responsabili di gran parte delle sindromi parainfluenzali, che si registrano durante la stagione dell’influenza.

L’attenzione deve essere massima soprattutto per i bimbi di pochi mesi, in particolare quelli nati prematuri, ma molti casi possono verificarsi anche entro i primi due anni di vita. La sua diffusione risulta essere più elevata rispetto al passato in conseguenza della pandemia da Covid-19: ora che sta circolando meno il virus, si sono sviluppati meno anticorpi nella popolazione ed è per questo che possono esserne colpiti anche i bambini di età superiore rispetto al passato.

I sintomi in genere compaiono dai due ai sei giorni dopo il contagio da RSV e risultano essere raffreddore e febbre, tosse e respiro sibilante (questo significa che è passato all’apparato respiratorio inferiore) e apnea, ovvero quella sensazione di breve interruzione della respirazione. Questo spesso rappresenta il primo segnale di allarme nei piccoli al di sotto dei sei mesi.

Chi ha un figlio che ha riscontrato questo problema non può che essere preoccupato, specialmente nei momenti in cui si nota in maniera evidente quanto faccia fatica a respirare.

Una situazione che hanno vissuto da vicino due agenti di polizia di Kansas City, Richard DuChaine e Charles Owen, che hanno risposto alla chiamata arrivata loro da Tajanea Allen, una donna che ha contattato i servizi di emergenza nel momento in cui ha notato che il suo bambino di solo un mese, Kamiyah, aveva smesso di respirare. Entrambi hanno capito quanto il problema non fosse da sottovalutare, ma sono riusciti a mantenere la calma: “Il bambino era così piccolo che sembrava una bambola” – sono state le parole di Owen a Today. Una sensazione che è stata condivisa anche da DuChane: “È stato sicuramente un momento spaventoso“.

Potete vedere il video del servizio qui.

Il video che è stato diffuso mostra come i due uomini siano riusciti a praticare la RCP (rianimazione cardio-polmonare) sul piccolo: DuChaine ha eseguito compressioni toraciche e spinte alla schiena per più di 30 secondi. In un primo momento Kamiyah non sembrava reagire, per questo la paura dei presenti è stata tanta.

Ben presto, però, tutti hanno potuto tirare un sospiro di sollievo. Uno di loro ha detto: “Sta respirando ora. Sta respirando“. Il bimbo è poi stato trasportato in ospedale, dove è rimasto sotto controllo per una settimana, prima di poter tornare nuovamente a casa.

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