Virginia Raffaele: "Una donna può essere felice e completa anche se non ha figli"

L'artista, che sarà protagonista al fianco di Roberto Bolle il primo giorno del 2023 in Danza con me, ha espresso la sua idea di maternità, invitando a mettere da parte stereotipi ancora oggi troppo diffusi.

Virginia Raffaele sta vivendo una fase più che positiva della sua carriera e non può che esserne soddisfatta. Il 1° gennaio 2023 sarà infatti protagonista al fianco di Roberto Bolle di Danza con me, l’ormai noto show che apre l’anno su RaiUno, in attesa di poterla ammirare al cinema con Tre di troppo, commedia di cui è protagonista con Fabio De Luigi. Anche ora, però, lei non sta certamente con le mani in mano, ma è impegnata a teatro con lo spettacolo Samusà.

L’attrice ha approfittato di questo periodo così intenso per aprire il suo cuore al settimanale Oggi e parlare di un tema che le sta a cuore particolarmente: la maternità. Lei ha così voluto smentire un luogo comune ancora oggi troppo diffuso nella nostra società: pensare che una donna possa sentirsi realizzata solo se ha figli, cosa che per lei non è invece così fondamentale.

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A me dicono spesso che sono molto materna. Ma dipende da cosa si intende: ci sono madri che uccidono i figli, quindi se penso a loro rispondo: ‘Beh, non tanto’ – ha detto al settimanale -. Se intendiamo quella capacità d’essere avvolgenti, affettuosi e premurosi, quella parte materna la si può avere senza essere madri biologicamente”.

Virginia Raffaele ritiene che sia fondamentale che la mentalità di molti possa cambiare, visto che ancora adesso si chiede soprattutto alle donne perché non vogliano avere figli, mentre non sempre si fa la stessa domanda agli uomini. Ognuno, invece, dovrebbe essere libero di agire come meglio crede: “Forse perché la maternità è ancora vista come il completamento della vita di una donna. E questo nonostante i tempi che viviamo, i diritti e le libertà che abbiamo, abbiano chiarito che una donna può essere felice e completa anche se non ha figli. Qualcuno lo vive come un eccesso di responsabilità, per altri c’entra il bisogno di libertà. Ma non ne farei un discorso generazionale, è soggettivo e personale. Ha a che fare con la vita di ciascuno, persino con la famiglia da cui si proviene” – ha concluso.

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