Weinstein, salta l’acquisto che avrebbe salvato la sua compagnia

La Weinstein Company è "sprofondata" dopo lo scandalo degli abusi sessuali che ha travolto il suo fondatore, Harvey Weinstein. A salvarla dalla bancarotta ci avrebbe pensato questa cordata di imprenditori. Ma adesso è arrivato lo stop.

Ancora guai per Weinstein che, dopo lo scandalo molestie a Hollywood, dovrà fare i conti anche un tracollo finanziario senza precedenti. L’accordo raggiunto per la Weinstein Company, infatti, come riportato dalle principali testate giornalistiche italiane, avrebbe dovuto porre fine alle sofferenze economiche della nota casa di produzione cinematografica. Adesso, però, è arrivato lo stop per bocca di Maria Contreras-Sweet che avrebbe dovuto guidare l’operazione. Il gruppo di investitori che avrebbe dovuto acquistare la Weinstein Company, di fatto salvandola dalla bancarotta, ha cancellato l’accordo sulla scorta di informazioni insoddisfacenti sulla fattibilità dell’intesa. Qualcosa non li avrebbe convinti così da spingerli a fermare tutto.

La Weinstein Company, come ricorderete, è “sprofondata” dopo lo scandalo degli abusi sessuali che ha travolto il suo fondatore, Harvey Weinstein. A salvarla dalla bancarotta ci avrebbe pensato una cordata di imprenditori guidati da Maria Contreras-Sweet, una donna di 62 anni, di origini messicane che ha persino lavorato nell’amministrazione dell’ex Presidente americano Obama.

È stata proprio l’imprenditrice, in un comunicato, a ufficializzare lo stop dell’intesa senza fornire ulteriori dettagli. Il gruppo, comunque, potrebbe essere interessato ad acquistare alcuni asset dello studio dalla procedura fallimentare. Un’operazione che, se fosse andata in porto, sarebbe stata valutata intorno ai 500 milioni di dollari, compresa l’assunzione del debito accumulato dalla società che è pari a 225 milioni di dollari. Insomma, solo così la Weinstein Company si sarebbe salvata dalla bancarotta.

Un’operazione che, tra l’altro, si sarebbe dovuta chiudere entro 40 giorni e che avrebbe portato alla direzione della più importante casa di produzione hollywoodiana una donna come un forte segnale di rottura col passato, con le accuse di molestie al produttore Weinstein. Persino il board societario sarebbe stato a maggioranza femminile. L’intenzione, infine, era quella di prevedere l’istituzione di un fondo per risarcire le vittime degli abusi al punto che i dipendenti della compagnia e persino il movimento #Metoo si erano detti soddisfatti. Ora l’operazione è stata bloccata.

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