10 motivi per cui ci rifiutiamo di guardare Temptation Island
Come ogni estate, anche quest'anno Canale 5 trasmette Temptation Island. Ma ne abbiamo davvero bisogno? Ecco 10 motivi per cui la risposta è no.
Come ogni estate, anche quest'anno Canale 5 trasmette Temptation Island. Ma ne abbiamo davvero bisogno? Ecco 10 motivi per cui la risposta è no.
Maria De Filippi è una che sa esattamente cosa piace al pubblico, e che negli anni, grazie alla sua bravura e all’intelligenza acuta che la contraddistingue, è riuscita a fare dei suoi programmi dei successi clamorosi e a lanciare nel mondo dello spettacolo personaggi che, seppur più o meno amati, sono riusciti comunque a costruirsi una propria carriera e ha lasciare tracce di sé (basti pensare a Costantino Vitagliano, il primo vero “tronista” di Uomini e Donne, diventato per anni un fenomeno televisivo incredibile).
Eppure, anche nella brillante carriera della signora della televisione c’è una pecca, un programma che proprio non ci piace; parliamo di Temptation Island, il reality in cui sei coppie di fidanzati, spediti in un meraviglioso villaggio turistico, devono dividersi per un mese circa, uomini da una parte e donne dall’altra, per diventare “preda” di tentatori e tentatrici, ovvero single, naturalmente tutti bellissimi, che devono provocare al massimo i poveri concorrenti per dimostrare la stabilità della coppia. Il format è ispirato all’omonima versione americana del programma, ma questo non è un motivo sufficiente per farne una trasmissione gradevole o di successo. Il risultato, anzi, è qualcosa di trash che più trash non si può, fra lacrime, tradimenti in diretta e sfuriate degne del miglior Mario Merola.
Quindi, cara Maria, che godi di tutta la nostra stima e dell’ammirazione più profonda, qui di seguito ti forniamo una lista di ben 10 motivi (ovviamente ironici!) per cui ci rifiutiamo categoricamente di guardare Temptation, casomai volessi cogliere il suggerimento…
Seriamente, c’è una valida ragione per cui un ragazzo o una ragazza accettino di vedere la propria lei, o il proprio lui, fare il cretino totale con qualcun altro, farsi massaggiare le spalle, spalmare la crema solare, ballare passi a due infuocati o fare bagni in piscina quasi da censura, e sgattaiolare nottetempo da una camera all’altra? Okay, anche se non si arriva al tradimento vero e proprio (ma ci sono stati casi in cui abbiamo assistito a una “cornificazione” pubblica) di certo ci si va molto vicino. E non sarebbe tanto meglio tenere tutto nell’intimità delle proprie vite piuttosto che darlo in pasto a milioni di guardoni telematici? Queste coppie non hanno genitori a casa, che potrebbero non essere propriamente fieri dei comportamenti di figli e nuore/generi?
Già l’invidia e la malignità fra donne serpeggiano quotidianamente dovunque, sul posto di lavoro, in palestra, persino tra amiche. Sinceramente pensiamo di poterci risparmiare un programma dove le ragazze sono messe lì apposta per sculettare, provocare e parlar male di fidanzate che neppure conoscono. E sinceramente fatichiamo anche a capire perché siano tutte single, dato che sono bellissime.
Come non necessitiamo delle gatte morte, non sentiamo onestamente neppure il bisogno di vedere tentatori iper palestrati, unti di olio solare e tatuati in ogni dove, come se il prototipo di uomo ideale di ogni donna fosse una specie di Johnny Bravo umano. Insomma, come se per portare una donna al tradimento bastassero un paio di bicipiti e un capello tenuto su da tre o quattro litri di lacca.
E poi arriva il fatidico momento del falò, dove le “marachelle” compiute dai fidanzati e dalle fidanzate durante la settimana vengono impietosamente mostrate al partner, che puntualmente rimane sconvolto dal comportamento e parte con il copione, che va dal “Non può averlo detto veramente”, al “Non me lo sarei mai aspettato” (beh, fosse vero non avresti voluto, forse, “testare” la vostra storia d’amore davanti a tutta Italia). Dopodiché, nemmeno fossimo in una telenovela argentina di fine anni ’80, parte la valle di lacrime, dove ogni pudore, ogni stendardo testosteronico, ogni preoccupazione per il make up scivola via in un pianto a dirotto.
In un buon 90% dei casi, le coppie che vanno a Temptation Island sono già in crisi per motivi che, ovviamente, non hanno nulla a che vedere con le moine di tentatori e tentatrici. Se il motivo per cui si va in trasmissione è comprendere definitivamente che la storia è finita, perché si sente il bisogno di coinvolgere anche il pubblico italiano e non si preferisce risolvere la questione in maniera privata?
Collegandola al discorso precedente, c’è da precisare anche una cosa: non sempre le storie finiscono a causa di una terza persona che si intromette nella coppia. In una buona percentuale di casi è così, d’accordo, ma spesso le storie finiscono solo perché, semplicemente, non ci si ama più, o si hanno visioni della vita e del futuro troppo differenti. Non c’è affatto bisogno di far passare l’idea che bastino i complimenti di qualcun altro per farci dimenticare improvvisamente il nostro rapporto di coppia.
Un format che già di per sé non è il massimo viene irrimediabilmente depresso dalla conduzione del buon Filippo, catapultato dalla casa del Grande Fratello (era una concorrente della sesta edizione) al falò delle lacrime di Temptation. Lui ci mette tutta la sua buona volontà, questo glielo dobbiamo, e già qualche passo in avanti, soprattutto nella dizione, c’è stato… ma da qui a parlare di lui come “conduttore” (non ce ne voglia), c’è un abisso.
Va bene che ciò che non succede in una vita può accadere in un minuto, ma nel villaggio delle coppie di Temptation viaggia tutto a una velocità estrema, sentimenti compresi. I concorrenti sono disposti a mettere in dubbio storie di 2, 3, talvolta persino di 10 anni per una persona conosciuta da una settimana o poco più. Davvero bastano due chiacchiere e un balletto sensuale per mettere in discussione una relazione importante? Non vogliamo parlare di bulimia affettiva e relazionale come fa Domenico Naso nel suo pezzo per Il Fatto Quotidiano, ma certo siamo vicini a qualcosa che rasenta la superficialità e la vacuità più totali e disarmanti.
È facile per tutti conquistare qualcuno con gite in barca in mari bellissimi, perennemente in costume da bagno, fra aperitivi e cene romantiche, quando l’unica tua preoccupazione è sei hai spalmato la crema solare sia davanti che dietro. Ma la realtà è un’altra, e alla prima bolletta da pagare ti colpisce in faccia che nemmeno un gancio di Rocky Balboa. Certo, a Temptation Island va riconosciuta l’onestà di non volersi presentare come un programma culturale o di contenuti, ma il rischio che qualcuno scambi quella per la vita reale c’è, ed è meglio non correrlo.
Una cosa ci siamo sempre domandate: com’è possibile che coppie formatesi in televisione pochissimi mesi prima (dato che fra i concorrenti spunta sempre qualche reduce di U&D) sentano l’impellente necessità di mettersi alla prova così presto? La crisi arriva veramente dopo così poco tempo, oppure quella che sentono è solo una gran mancanza di telecamere e riflettori puntati?
Giornalista, rockettara, animalista, book addicted, vivo il "qui e ora" come il Wing Chun mi insegna, scrivo da quando ho memoria, amo Barcellona e la Union Jack.
Cosa ne pensi?