Fino all'11 febbbraio le donne italiane lavorano "gratis": ecco perché

La differenza di genere negli stipendi che vengono percepiti è ancora piuttosto evidente in molte aziende del nostro Paese: nonostante questo, ci sono realtà come Lamborghini, Intesasanpaolo e Autostrade per l'Italia, che stanno facendo qualcosa di concreto per le proprie dipendenti.

La strada da compiere per far sì che le donne italiane non si sentano discriminate sul lavoro sembra essere ancora lunga. Gli sgravi contributivi che possono essere sfruttati dagli imprenditori che decidono di assumerne una possono essere un passo avanti, ma le differenze negli stipendi appaiono ancora piuttosto forti.

A mettere in evidenza la situazione è il risultato della ricerca effettuata dall’Osservatorio Jobpricing, da cui emerge un gender pay gap (la differenza nelle retribuzioni tra uomini e donne italiane) che non può essere sottovalutato. Anzi, chi si aspettava che potesse esserci almeno un possibile miglioramento rimarrà deluso. Nel 2021, ad esempio, la variazione sulla retribuzione annua lorda nel settore privato era pari all’11,2% (3.500 euro), mentre nell’anno che ci siamo da poco messi alle spalle è salita al 12,2% (3.800 euro) comprendendo la parte variabile.

Questo dato non può che farci riflettere: è come se le lavoratrici prestassero il proprio servizio in modo gratuito fino all’11 febbraio.

La Legge Gribaudo, approvata nel 2021, è stata pensata per provare ad avere un quadro più preciso della situazione di ogni azienda, ma sembrano essere ancora poche quelle che la rispettano: “L’obbligo di redigere un rapporto biennale sulla composizione della forza lavoro è stato esteso alle aziende con 50 dipendenti, dai 100 precedenti, con informazioni più dettagliate sui processi di selezione, le policy, le garanzie” – sono le parole dell’avvocato Marco Tesoro, specializzato in diritto del lavoro a Repubblica -. Alla scadenza fissata per il 14 ottobre al Ministero sono però arrivati i dati di solo 30 mila imprese, decisamente troppo poche per capire dove si debba intervenire.

Rispettare la normativa può essere però fondamentale anche per le aziende, che possono usufruire di agevolazioni importanti. La revisione introdotta al Codice delle Pari Opportunità permette di ottenere incentivi per chi si certifica su questi temi. A questi si aggiungono altri vantaggi: “È possibile avere un punteggio preferenziale nei bandi di gara della Pa” – sono le parole di Tesoro. A livello numerico, si tratta di un 1% di esonero contributivo nel limite di 50mila euro a datore di lavoro (privato, azienda o professionista). L’obiettivo del Pnrr è quello di permettere alle aziende di guadagnare uno sconto contributivo se certificano l’equo trattamento delle dipendenti-

Nonostante tutto, ci sono realtà che hanno già deciso di muoversi concretamente per ridurre la portata del problema. È il caso di Lamborghini, come ha spiegato il chief human capital officier, Umberto Tossini: “Il premio di produzione viene parametrato sulle presenze. Se sei al lavoro dodici mesi all’anno, lo prendi interamente. Ma se ti assenti per maternità, ne prendi solo una frazione. Ecco che con una revisione dei tuoi processi puoi individuare il problema e risolverlo, perché è giusto che anche se sei in maternità il premio lo prenda integralmente”. Qui si sta cercando di sottolineare anche come sia importante il contributo che può arrivare dai padri nella gestione dei figli. I dipendenti possono usufruire di una convenzione con il nido comunale, oltre a un incentivo al congedo da parte paterna. “Se i papà fanno almeno 15 giorni, aumentiamo l’integrazione economica per le mamme e sommiamo il monte di giorni a disposizione. Le norme che riguardno gli uomini possono contribuire a ridurre il gender gap. Il congedo parentale esteso può consentire alle neomamme di riprendere più serenamente le attività lavorative”.

Intesa Sanpaolo, invece, è stato il primo grande gruppo bancario a concludere positivamente il processo di valutazione con Bureau Veritas, stessa società che si è occupata anche della certificazione di Autostrade per l’Italia. 

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