17enne costretta a un "controllo casalingo" della verginità: genitori a processo

Il padre e la madre non volevano fosse fidanzata con un ragazzo, più grande di lei e italiano. Per evitare che avesse rapporti sessuali, pare stessero pensando di portare l'adolescente in Marocco, loro Paese di origine, per l’infibulazione.

I genitori non volevano fosse fidanzata con un ragazzo, più grande di lei e italiano. Per impedirle di frequentarlo la picchiavano e la condizionavano psicologicamente. La madre le avrebbe perfino fatto violenza, facendole una visita “ginecologica” in versione casalinga come controllo per verificare che non avesse perso la verginità. Proprio per scongiurare questo pericolo avrebbero voluto mandare la figlia nel loro paese d’origine, il Marocco, per l’infibulazione.

Secondo le ricostruzioni fatte dai Carabinieri, coordinati dal pm Antonio Bassolino, e come si legge sul Corriere della Sera, i genitori della 17enne hanno fatto di tutto per ostacolare la relazione della figlia con un ragazzo di 19 anni. “La picchierò finché non fa quello che dico io”, pare abbia detto il padre al giovane, che si era presentato a casa per avere la benedizione della famiglia dell’innamorata.

L’adolescente, residente nella bassa bresciana, sentita nell’iter processuale dal giudice Roberto Spanò con un’udienza protetta, viveva orami chiusa in casa, controllata in ogni movimento e in ogni chiamata che riceveva sul cellulare. Il fidanzato aveva cercato di far ragionare i parenti di lei, facendosi accompagnare a casa della ragazza da un amico e dal cugino, una visita finita in rissa.

Neanche la madre del 19enne era riuscita a placare gli animi e alla frase “Sono giovani, si vogliono bene, perché ostacolarli?”, anche lei è stata insultata, La coppia aveva pensato anche di fuggire, dopo la violenta visita ginecologica della madre di lei, e in quell’occasione a picchiare la giovane e il suo ragazzo pare sia stato il fratello 24enne di lei, ora a giudizio e sottoposto a un provvedimento di messa alla prova.

Dopo tutti questi episodi di violenza e minacce i due giovani e i familiari di lui si sono rivolti ai Carabinieri per denunciare. Entrambi i genitori sono a processo e la mamma dell’adolescente ha rigettato le accuse che le sono state mosse, negando ogni cosa. La prossima udienza è fissata per il 6 ottobre 2022 e ora la giovane vive in una comunità protetta, lontana dalle violenze con cui conviveva da anni.

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