Laura Petrolito aveva solo 20 anni. È stata prima accoltellata e poi gettata in un pozzo nelle campagne del suo paese, Canicattini Bagni, in provincia di Siracusa. A dare l’allarme – così come riportato dalle principali testate giornalistiche – è stato il padre che ha denunciato la sua scomparsa dal momento che non gli rispondeva più al telefono. Di lei si erano perse le tracce. Gli inquirenti, infatti, hanno subito interrogato il compagno il quale, dopo un interrogatorio durato ore, ha confessato tutto. Sarebbe stato lui ad assassinare Laura, forse per gelosia.

Una ragazza, Laura, con due bimbi piccoli, una storia d’amore andata male (dalla quale era nato il suo primo figlio) e sopratutto un’infanzia difficile con una madre che l’aveva abbandonata a tre anni e un padre che, da solo, con l’aiuto degli assistenti sociali del Comune in cui risiedeva, l’ha cresciuta dandole il maggior affetto possibile. Lui, invece, l’uomo accusato di averla uccisa, è un bracciante agricolo, padre della seconda bimba di Laura, che è stato portato in caserma subito dopo la sua scomparsa: gli inquirenti hanno intuito fin dall’inizio che potesse essere coinvolto nella vicenda, che era stato lui a commettere questo tragico gesto.

Secondo alcune testimonianze, la coppia aveva problemi di tempo e una zia della vittima ha riferito che la nipote sarebbe stata picchiata più volte dall’uomo. Botte che, però, non erano state seguite da denunce. Laura non aveva trovato il coraggio di denunciare il padre di sua figlia, la più piccola, con il quale stava tentando di costruirsi una famiglia, di tornare alla normalità dopo la prima storia andata male. Laura sognava una vita normale. Felice.

Sulla dinamica dei fatti c’è ancora molto da chiarire: sembrerebbe che i due siano usciti da soli e che, in serata, il padre, assai preoccupato per il fatto che la figlia fosse irraggiungibile, abbia dato l’allarme. Non è chiaro nemmeno se la ragazza sia stata uccisa nel pozzo in cui è stata ritrovata o se sia stata portata lì in un secondo momento. È certo, invece, che il suo corpo sia rimasto intrappolato tra le lamiere che ostruiscono il pozzo atrtesiano nonostante il suo aguzzino abbia cercato di spingerlo in fondo.

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