Tre nuovi casi di meningite da Harmophilus influenzale di tipo B.

I neonati hanno rispettivamente 2, 3 e 5 mesi e uno di loro è in terapia intensiva per la criticità delle sue condizioni.
Una forma di meningite che non si vedeva da tempo, anzi, che si era convinti di aver completamente debellato.

Alberto Villani, il responsabile di Pediatria Generale e Malattie Infettive del Bambin Gesù sottolinea:

“Per questa malattia c’è un vaccino specifico che protegge i bambini dal rischio di contrarla, perciò riteniamo che la recrudescenza dei casi sia legata al calo delle vaccinazioni. In mancanza di vaccinazione, infatti, il batterio responsabile circola di più e, conseguentemente, colpisce in misura maggiore”.

Il calo delle vaccinazioni infatti ha colpito l’Italia dal 2014 al 2015, ricevendo anche un richiamo ufficiale dall’organizzazione Mondiale della Sanità.
Il dato sulla diminuzione nazionale è stato confermato dal Ministero della Salute che evidenzia come i vaccini hanno raggiunto il livello più basso degli ultimi dieci anni.

Vaccinare contro la meningite è possibile:
l’apposito vaccino è contenuto nell’esavalente che comprende 4 vaccini obbligatori per legge (difterite, tetano, epatite B, poliomielite) e due vaccini non obbligatori, ma fortemente consigliati (pertosse e, appunto, l’Haemophilus influenzae di tipo B).

Per tutte le altre forme di meningite sono disponibili altri vaccini specifici.
Questi vaccini possono essere somministrati a bambini di ogni età.

“Oggi c’è un movimento di pensiero che suggerisce di non sottoporre i bambini alle vaccinazioni o di limitarsi a quelle obbligatorie ma le vaccinazioni sono fondamentali e non bisogna dare credito a chi le scoraggia perché queste malattie esistono, colpiscono e mietono vittime. Minore è la quantità di germi in circolazione, minore è la possibilità che avvenga il contagio tra la popolazione. Chi non si vaccina non danneggia solo se stesso, ma mette a repentaglio anche gli altri. Attualmente accade anche che siano giovani adulti che non hanno effettuati i richiami vaccinali, o anziani non vaccinati, a contagiare bambini e neonati”.

prosegue il dott. Villani.

La meningite è una malattia grave e nonostante i progressi della medicina nella rianimazione e nell’assistenza al paziente, la mortalità non è diminuita: 1 persona su 5 perde la vita.

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