Il presidente Emmanuel Macron ha annunciato durante la conferenza stampa al palazzo dell’Eliseo, la residenza ufficiale del Presidente della Repubblica francese, che introdurrà un congedo parentale di 6 mesi per entrambi i genitori.

L’annuncio di Macron arriva nello stesso giorno in cui l’Insee, l’Istituto Nazionale di Statistica, ha rilevato un esponenziale calo della natalità, il più basso dal Dopoguerra, con meno di 700mila bambini nati nel 2023.

Emmanuel Macron ha dichiarato di voler combattere la denatalità promettendo diverse misure, mirate, per creare una Francia “più forte e più giusta”. Tra queste misure c’è il congedo parentale di 6 mesi per entrambi i genitori: dopo aver esteso il congedo di paternità, infatti, il presidente ha sottolineato che la nuova norma potrà essere un elemento utile per la “strategia di rilancio delle natalità”.

E in Italia?  Nel nostro Paese il congedo parentale non è equo per entrambi i genitori. Per la paternità, infatti, il neo-papà ha solo 10 giorni di congedo parentale (20 in caso di parto plurimo), mentre la madre ha 5 mesi a cavallo del parto. Se ci sono le condizioni di salute e il via libera del medico, la madre può lavorare fino al parto e far partire il congedo obbligatorio nei 5 mesi successivi, oppure può usare i 2 mesi precedenti alla data presunta del parto e 3 dopo, oppure 1 mese prima del parto e 4 dopo.

La misura di Macron per il congedo di 6 mesi fa parte di un grande piano nazionale contro il “flagello dell’inferitilita” sia maschile che femminile, definita dal presidente un “grande tabù” della nostra società.

Le riforme di Macron per il piano nazionale verranno portate avanti nei prossimi mesi dal nuovo governo di Gabriel Attal.

Tra le misure annunciate da Macron ce ne sono molte anche per la scuola e per i giovani; il presidente ha intenzione di potenziare l’insegnamento dell’educazione civica a scuola, ma anche la cultura, come il teatro e la storia dell’arte. Inoltre, partirà la sperimentazione in un centinaio di istituti di una “tenuta vestimentaria unica” per gli studenti, in vista di una eventuale generalizzazione delle divise scolastiche nel 2026.

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