In una recente intervista, il premier Giuseppe Conte ha assicurato che, nonostante le misure imposte per contenere l’epidemia di Coronavirus (Covid-19), il Governo farà di tutto per permettere gli italiani di godere delle vacanze al mare (o altrove).

Tuttavia questa eventualità lascia aperta una serie di domande sui problemi che potrebbero verificarsi. A rispondere alle domande più frequenti è stato, attraverso le pagine del Corriere, Antonio Cassone, direttore del dipartimento malattie infettive dell’Istituto Superiore di Sanità.

La sabbia potrebbe rappresentare un vettore di trasmissione del virus?

No. Come ha spiegato l’esperto, al momento non esistono dati a supporto di questa tesi. Sarebbe improbabile per diversi motivi: la sabbia non può mantenere in vita un virus. Per quanto riguarda il rischio che sui granelli ci siano secrezioni di una persona infetta, bisogna tener presente che – affinché si possa verificare il contagio – sarebbe necessario che una grossa quantità di granelli finiscano nelle vie respiratorie di un altro individuo. Una circostanza abbastanza improbabile.

L’acqua salata invece?

A causa della sua membrana sottile e abbastanza instabile, il virus verrebbe immediatamente danneggiato dall’acqua salina, fino a diventare praticamente innocuo. Non solo: dal momento che l’acqua ha capacità diluenti incredibili, le particelle del virus si disperderebbero al suo interno perdendo la carica infettiva. Anche acque non saline, quindi, sono sicure da questo punto di vista.

In piscina?

Il cloro uccide immediatamente il virus e, come già spiegato, l’acqua disperderebbe immediatamente le particelle cariche di virus. Tuttavia l’infettivologo avverte: le regole anti-contagio vanno rispettate visto che una volta usciti dall’acqua non si è al sicuro. Occorre quindi rispettare le misure di distanziamento e di igiene anti coronavirus negli spogliatoi, nei bagni e nei corridoi di accesso.

Il virus è “debole” al calore?

In questo caso vale ciò che avviene similmente con i virus che si diffondono con l’umidità invernale: le temperature alte possono quindi essere un buon “alleato”. I raggi ultravioletti del sole, ha spiegato infine Cassone, fanno evaporare le goccioline cariche di virus espulse da un individuo infetto attraverso la tosse o gli starnuti. Le radiazioni dei raggi solari hanno inoltre un effetto germicida.

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