"Aiutatemi a liberare mio figlio arrestato in Giappone", l'appello dell'attore

Il giovane si trovava in vacanza in Giappone, a Tokyo, quando in sella alla sua bici ha investito una donna causandole la frattura di un osso del bacino. Un brutto incidente ma, per fortuna, nulla di grave. Lui si sarebbe anche fermato per soccorrerla ma poco dopo è stato arrestato.

L’attore Marcello Mazzarella, interprete di fiction e film come “Baarìa”, ha paura per suo figlio, Piero Vincent, 27 anni che qualche settimana fa è stato arrestato in Giappone. “Sono molto preoccupato, vorrei solo che questo incubo finisse il prima possibile” ha spiegato lanciando un appello in video con un solo obiettivo: aiutare il figlio facendolo tornare in Italia. Ma facciamo un passo indietro. Cosa è successo il 2 maggio? Il giovane si trovava in vacanza in Giappone, a Tokyo, quando – in sella alla sua bici – ha investito una donna causandole la frattura di un osso del bacino. Un brutto incidente ma, per fortuna, nulla di grave. Lui si sarebbe anche fermato per soccorrerla ma subito dopo è stato arrestato, come riportato dai principali quotidiani italiani.

Da quel momento si trova in stato di fermo nella caserma di Ikegami, in Giappone, nonostante fosse in possesso di un biglietto di ritorno per l’Italia il 10 maggio scorso. Piero Vincent, dunque, per un piccolo incidente (che, ribadiamo, non ha avuto gravi ripercussioni) si trova ancora lì, da solo. Rischia, infatti, una condanna fino a cinque anni di reclusione con l’accusa di lesioni: la legge nipponica prevede che si possa essere trattenuti per 23 giorni salvo poi formulare un capo di imputazione.

Una vicenda, assai delicata, che sta seguendo da vicino la Farnesina e l’ambasciata italiana a Tokyo. Al momento, però, non sembra esserci una soluzione e il padre non ha pace. Queste le parole dell’ambasciatore italiano Giorgio Starace:

L’Ambasciata si sta dunque adoperando con la massima priorità e con il pieno utilizzo delle nostre risorse affinché il caso venga quanto prima risolto.

Ma l’attore, papà del ragazzo fermato in Giappone, non ce la fa più:

Sono preoccupato perché non riesco a comunicare con mio figlio. Non lavoro da due anni e non ho neanche le risorse economiche per un risarcimento, ma se serviranno mi adopererò personalmente per trovarli. Rispetto le autorità e qualsiasi decisione prenderanno ma spero che mio figlio torni presto libero e spero che la mia vicenda aiuti anche tanti altri genitori, che raccontare quello che è successo faccia capire loro che bisogna stare attenti anche quando si mandano i figli in vacanza. Il mio è un calvario che comunque dovrò affrontare. Se mio figlio ha sbagliato, pagherà.

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