Il biologo Alessandro Coatti ucciso e fatto a pezzi in Colombia. Cosa sappiamo finora

Del biologo italiano si sono perse le tracce lo scorso 5 aprile. Il giorno dopo parti del suo corpo sono state ritrovate all'interno di una valigia.

Una fine terribile, su cui adesso sta indagando la Procura di Roma, quella del biologo italiano Alessandro Coatti, il cui corpo smembrato è stato scoperto domenica scorsa a Santa Marta, località turistica sulla costa caraibica della Colombia.

Parti del corpo del 38enne erano all’interno di una valigia notata da un gruppo di ragazzini nella zona di Villa Betel, nei pressi dello stadio Sierra Nevada; il torso è stato invece recuperato lunedì in una busta di plastica nelle acque del Manzanares, vicino al ponte di La Platina.

A dare la notizia della morte brutale del ricercatore di Portomaggiore, in provincia di Ferrara, l’ambasciata italiana di Bogotà, con la Farnesina che ha poi confermato la notizia e il procuratore capo di Roma, Francesco Lo Voi, che ha preso in carico le indagini dell’omicidio, per cui le autorità locali parlano di “atto premeditato”. Il sindaco di Santa Marta, Carlos Pinedo Cuello, ha inoltre promesso una ricompensa di 50 milioni di pesos – circa 10 mila euro – per chiunque fornirà informazioni utili a risalire ai responsabili.

Secondo il nostro Ministero degli Esteri, che ha ricostruito gli spostamenti della vittima fino al giorno della scomparsa, Alessandro Coatti si trovava in Colombia dal 28 marzo scorso, arrivato da un viaggio in solitaria che da gennaio lo aveva portato in Ecuador, Perù e Bolivia.

All’hotel Marovi di Santa Marta, pensione a due stelle nel centro storico, era invece arrivato il 3 aprile, e aveva chiesto informazioni per visitare il Parco nazionale naturale di Tayrona ma anche sulla strada per Minca, altro paradiso naturale inaccessibile fino a qualche anno fa per la presenza di gruppo paramilitari.

Le ultime tracce sabato scorso, il 5 aprile, quando la sera Coatti è uscito per andare in discoteca; il ritrovamento il giorno dopo, con parti del corpo nella valigia e altre trovate lunedì, e l’identificazione resa possibile dal braccialetto dell’hotel Marovi ancora al polso.

I genitori Gabriele e Sandra attendevano il suo ritorno la settimana prossima, a Longastrino, al confine tra Ferrara e Ravenna. La sua intenzione, ha raccontato lo paterno Giovanni Coatti all’Ansa, era di trasferirsi là, motivo per cui era andato “a fare un giro per vedere”.

Sotto choc anche il professor Tommaso Pizzorusso, ordinario di Neuroscienze alla Normale di Pisa con cui Coatti si era laureato con 110 e lode nel 2010 con una tesi sulla plasticità del sistema nervoso, prima di partire per l’University College di Londra ed entrare a far parte, nel 2017, della Royal Society of Biology. “Alessandro era un idealista, un sognatore, non riesco proprio a spiegarmi quest’orrore […] Era simpatico, ottimista, generoso: non vorrei che questa sua apertura verso gli altri gli fosse stata fatale”.

Proprio la Royal Society of Biology ha scritto un messaggio di cordoglio sul proprio account X.

“Siamo devastati nell’annunciare la morte del nostro ex collega Alessandro Coatti, ucciso in Colombia – si legge nel post – Alessandro, detto Ale, ha lavorato qui per otto anni nel team Science Policy, prima di essere promosso a Senior Science Policy Officer. Era uno scienziato appassionato e scrupoloso. È andato via alla fine del 2024 per fare volontariato in Ecuador e recarsi in Sud America. Ale era divertente, caloroso, intelligente, amato da tutti coloro con cui lavorava e mancherà profondamente a tutti”.

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