Il barman, reo confesso dell'omicidio della fidanzata Giulia Tramontano, che era incinta di sette mesi, nega la premeditazione e sottolinea di non avere avuto alcun complice.
Alessandro Impagnatiello, reo confesso dell’omicidio della fidanzata Giulia Tramontano che era incinta di sette mesi, è stato sottoposto all’interrogatorio di convalida del fermo davanti al Gip, Angela Minerva, durato poco più di mezz’ora. Il barman ha nuovamente confessato l’omicidio “aggiungendo particolari che riguardano l’ultima fase dell’accoltellamento“, ma ha respinto la premeditazione e sottolineato di avere fatto tutto da solo.
I pubblici ministeri Alessia Menegazzo e Letizia Mannella sono però convinti che lui avesse già deciso di uccidere la ragazza prima che lei facesse ritorno a casa dopo avere incontrato sabato 27 maggio 2023 la donna con cui lui aveva una relazione parallela (entrambe non sapevano dell’esistenza dell’altra). A confermare questa teoria ci sarebbero le stringhe di ricerca sul web alle 19 di sera con le parole-chiavi “ceramica bruciata vasca“.
Nel corso della sua confessione Alessandro Impagntiello ha rivelato che la fidanzata “si era inferta già qualche colpo all’altezza del collo e io arrivato vicino a lei, per non farla soffrire le ho inferto tre o quattro colpi all’altezza del collo – sono state le sue parole – Il coltello poi è caduto a terra davanti al divano, lei era stremata a terra e io le dicevo che era finita e che doveva riposarsi”.
Ora il 30enne sta iniziando a riflettere su quanto accaduto, secondo quanto riportato dal suo avvocato Sebastiano Sartori, a cui avrebbe detto che “l’unica forma di pentimento che abbia un senso ètogliermi la vita“. Non sarà fatta invece alcuna richiesta di trasferimento in una struttura psichiatrica, mentre resta ancora da stabilire la possibilità di chiedere una perizia psichiatrica: “No, no, può rimanere in carcere – ha detto il legale – Vedremo, vedremo, io come difensore devo approfondire alcuni aspetti“. L’avvocato non teme però che Impagnatiello possa compiere gesti estremi all’interno del carcere di Bollate in cui si trova: “Sono sereno, sono bravi e hanno trovato credo una giusta soluzione” – ha concluso.
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