Amanda Knox è diventata mamma: "Proteggerò mia figlia dai tabloid"

Si chiama Eureka Muse e la sua nascita è stata tenuta nascosta dall'ex studentessa di Perugia per paura che potesse finire in pasto ai paparazzi proprio come è successo a lei nel 2007. La gravidanza invece è stata raccontata in un podcast insieme al marito.

Amanda Knox è diventata mamma. Anzi, è già mamma da qualche mese ma lo ha rivelato solo da poco, raccontandosi in un’intervista al New York Times. Il motivo per cui non lo ha fatto prima è semplice e comprensibile. Non voleva che la sua bambina, Eureka Muse, fosse alla mercè delle prime pagine dei tabloid. La ex studentessa americana, condannata e poi assolta dall’accusa di omicidio della sua coinquilina Meredith Kercher nel 2007 a Perugia, sa perfettamente cosa si prova a essere sulle cover di tutto il mondo ed è un cosa che non augura a nessuno dei suoi cari, tantomeno a sua figlia.

La donna, classe 1987, vive a Seattle insieme a Christopher Robinson, marito e padre della piccola. La coppia aveva già annunciato la gravidanza documentando passo passo i nove mesi in un podcast, Labyrinths, ma senza arrivare al giorno della nascita. Hanno scelto di raccontare la loro storia in prima persona nel tentativo di controllare le notizie che sarebbero inevitabilmente trapelate e riportate poi dai giornali.

Anche facendo scorrere il profilo Instagram di Amanda Knox è possibile ripercorrere attraverso gli scatti tutto il suo viaggio verso la maternità, dalla foto del test di gravidanza sino all’ultima postata, quella in cui tiene in braccio Eureka. Nella didascalia spiega il perché del suo silenzio sulla nascita:

“Dopo la mia assoluzione, ho lottato per reclamare la mia identità e proteggere le persone che amo dall’essere sfruttate sui tabloid. Non è facile, e spesso mi sento come se stessi cercando di fare le scelte giuste ma partendo da una base di bugie. So che non posso proteggere al 100% mia figlia dal tipo di trattamento che ho subito, ma sto facendo del mio meglio. Ecco perché questa sarà l’unica sua foto che condividerò sui social media. Sono così grata a tutti coloro che ci hanno augurato buona fortuna nel nostro viaggio verso la genitorialità. Grazie per aver creduto in noi”.

Amanda ha rilasciato l’intervista al giornale americano in occasione del decennale dalla sua scarcerazione avvenuta nel 2011. L’assoluzione definitiva, invece, è arrivata nel 2015 con il verdetto della Corte Suprema italiana. Dopo aver scritto il suo libro di memorie, Waiting to Be Heard, ora sta valutando alcuni progetti. Tra questi, anche un documentario per raccontare il rapporto fra lei e il pm Giuliano Mignini, che all’epoca dei fatti del 2007 sosteneva che Knox fosse per coinvolta nell’omicidio Kercher. Ora il pubblico ministero è in pensione e sta lavorando a un libro. Durante il suo viaggio in Italia nel 2019, Amanda gli aveva già fatto recapitare una lettera in italiano e da allora pare abbiano una fitta corrispondenza.

La discussione continua nel gruppo privato!
Seguici anche su Google News!