Amore Criminale è tornato su RaiTre dal 17 luglio 2021. Le repliche della docu-serie che racconta le storie dei femminicidi più cruenti avvenuti nel nostro Paese – condotta dal 2018 da Veronica Pivetti – vengono trasmesse ogni sabato in seconda serata. Nella terza puntata che andrà in onda il 31 luglio, sarà raccontata la storia di Alessandra Maffezzoli.

Era l’estate del 2016, quando la quarantaseienne residente a Pastrengo fu uccisa dall’ex fidanzato, il barista Jean Luca Falchetto – anni 53 – che non si rassegnava alla fine della loro relazione. “Ho perso il lume della ragione per un attimo. È come un interruttore acceso che si è staccato per pochi minuti”, aveva dichiarato agli inquirenti. Un mese dopo aver confessato l’omicidio, però, l’uomo ritrattò, asserendo di non ricordare nulla.

Alessandra Maffezzoli fa la maestra e non ha una vita facile. A ventisei anni si ritrova da sola a crescere i due figli, dopo che il compagno dell’epoca l’abbandona per un’altra donna. Una ferita aperta, che la tiene lontana dalle relazioni per quasi vent’anni. Poi quell’incontro che le fa credere di nuovo nell’amore. Nel 2013, a 43 anni, sulle rive del lago di Garda, Alessandra conosce e si innamora di Jean Luca. Un uomo affascinante, generoso ma anche possessivo e molto geloso.

Dopo tre anni di un rapporto altalenante e violento, Alessandra decide di lasciarlo; lui non accetta il suo addio e diventa sempre più ossessivo e pericoloso: continua a perseguitarla, si fa trovare ovunque lei vada e nemmeno le denunce e un divieto di avvicinamento lo fermano. Jean Luca è intenzionato a “riconquistarla” e non importa che lei continui a dire di no.

La situazione precipita la sera dell’8 giugno 2016: i due si incontrano per parlare e lui la colpisce in testa con un vaso; poi la accoltella al cuore. Dopo una breve fuga, il barista si consegna ai Carabinieri. L’autopsia stabilisce che Alessandra è stata uccisa con sette coltellate al petto dopo essere stata tramortita. Jean Luca Falchetto è stato condannato per l’omicidio della donna a 15 anni e 4 mesi, sentenza confermata nel 2020 anche in Cassazione.

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