Blake Fielder-Civil, ex marito della cantante britannica Amy Winehouse, ha parlato a Good Morning Britain del loro matrimonio e delle responsabilità che sente di avere riguardo alla morte della 27enne.

Fielder-Civil ha confidato di aver commesso degli “errori” durante la loro relazione, ma che non si sente più l’unico responsabile della sua morte. Molti, infatti, hanno continuato ad attribuire a lui l’intera responsabilità di aver incoraggiato la dipendenza di Amy Winehouse e di averle fatto assumere sostanze letali che l’hanno portata alla morte all’età di 27 anni nel luglio 2011.

In un’intervista rilasciata ieri a Good Morning Britain in occasione di quello che sarebbe stato il 40° compleanno della cantante, Blake Fielder-Civil, 41 anni, ha parlato del periodo trascorso con Winehouse, con cui ha avuto un tumultuoso matrimonio durato dal 2007 al 2009.

È uno dei motivi per cui ho voluto parlare oggi”, ha detto, riferendosi al fatto che molti lo considerano il responsabile della morte di Amy Winehouse. “Sì, è così. È vero. E va bene così. Non posso cambiare i sentimenti degli altri”, ha detto, aggiungendo però che adesso ha smesso di portare quella croce da solo. “Ho portato questo fardello da solo per oltre 10 anni. A essere sincero, sento di essere l’unica persona all’interno di quella storia che si sia mai assunta una responsabilità, che abbia mai provato a dire: ‘Sì, ho fatto degli errori madornali'”.

Quando il conduttore di Good Morning Britain, Ben Shepard, ha chiesto a Fielder-Civil di spiegare quali fossero questi errori, l’uomo ha spiegato che all’epoca era un giovane “tossicodipendente” che non aveva la minima idea di come uscirne fuori. Fielder-Civil ha anche ammesso di aver “lasciato sola” Amy Winehouse, che era anche un “ingranaggio importante per un’etichetta discografica, e c’erano interessi nel fatto che Amy continuasse a esibirsi”.

Ben Shepard, a quel punto, ha sottolineato che Amy Winehouse era molto vulnerabile, un'”anima fragile”, al che Fielder-Civil ha dichiarato che “sì, lo era”, e che secondo lui era proprio questa fragilità che la faceva connettere con le persone. “Penso che quella fragilità sia ciò con cui la gente si è relazionata negli album e nei testi delle canzoni”.

In un’intervista del 2018, sempre a Good Morning Britain, Blake Fielder-Civil aveva puntualizzato che la narrazione del suo uso di droghe insieme a Amy Winehouse è sempre stata distorta dai media. “Il fatto è che io e Amy abbiamo fatto uso di droghe insieme solo per sei mesi di matrimonio”, ha specificato, aggiungendo che Winehouse, prima di allora, non aveva mai fatto uso di droghe.

Inoltre, Fielder-Civil ha detto che la gente “non si rende conto che Amy non ha fatto nulla che non volesse fare… Io porterò sempre con me il peso del senso di colpa perché avrei dovuto agire”.

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