Ana Obregón, mamma a 68 anni: "La bambina è mia nipote, ma io sono la madre legale"

L'attrice ha scelto di avere una bambina attraverso la maternità surrogata, decisione che ha scatenato non poche polemiche in Spagna dove la pratica è proibita. Ora lei ha voluto spiegare meglio come siano andate le cose.

La decisione di Ana Obregón di diventare mamma a 68 anni attraverso la maternità surrogata sta continuando a fare discutere, specialmente perché in Spagna, il Paese di cui è originaria, questa pratica non è ammessa sul piano legale. “Questo si chiama utero in affitto, voglio difendere i diritti delle donne” – sono state le parole del portavoce del primo ministro Pedro Sanchez alla stampa.

A distanza di qualche giorno dalla nascita, che lei stessa ha confermato condividendo sul suo profilo Instagram la prima pagina del giornale iberico ¡Hola! in cui la si vede uscire dalla clinica di Miami tenendo tra le braccia la bambina, ha voluto spiegare meglio la sua scelta.

La neonata, venuta alla luce il 20 marzo 2023, risulta essere suanipote” biologica perché è stata concepita con il seme di suo figlio, Alejandro Lecquio García, morto per un cancro nel 2020 a 27 anni.

“Legalmente è mia figlia, e così viene indicato sul suo passaporto – sono le parole di Ana Obregón alla rivista – La registrerò presso il Consolato spagnolo e così potrò portarla a casa”. Non è un caso che l’attrice spagnola abbia deciso di rilasciare l’intervista proprio a ¡Hola!, visto che è stata la prima testata a dedicarle spazio e a indicare Obregón come “madre” della neonata. Apparire in copertina non le ha dato minimamente fastidio, anzi, come dimostrano le parole che lei stessa ha utilizzato nel suo post: “Ci hanno beccate! È arrivata una luce piena di amore nella mia oscurità”.

La decisione presa dall’artista, ci tiene a precisarlo, non è da interpretare come un atto egoistico, come molti hanno pensato, ma semplicemente sarebbe frutto di un desiderio che era stato espresso dal figlio poco prima di morire: “Ho preso la decisione di iniziare il processo di maternità surrogata, che come è noto implica la partecipazione di una donatrice di ovulo e di una gestante, il giorno stesso in cui lui è volato in cielo – ha detto ancora l’attrice – Concepire un figlio era la sua ultima volontà”.

La donna sembra avere comunque le idee chiare e non ha intenzione di nascondere alla figlia la verità: “Il procedimento seguito per arrivare alla sua nascita è legale. Le dirò: ‘Tuo papà è in cielo, che tu arrivassi era ciò che più desiderava al mondo, tua mamma è una donatrice, e basta. Che problema c’è?“. L’arrivo della bimba nella sua vita l’ha riempita di gioia ed è per questo che ora lei vuole raccontare quanto accaduto in un libro, a cui si dedicherà in questi mesi.

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