Una donna americana di 38 anni, Andrea Prudente, originaria di Seattle, si trovava in vacanza a Malta insieme al compagno, Jay Weeldreyer, e ora rischia di morire a causa del divieto maltese sull’aborto, il più stringente d’Europa.

Come riportano i media internazionali, Andrea Prudente e il suo compagno Jay Weeldreyer erano in vacanza quando la donna, incinta di 16 settimane, ha iniziato ad avere perdite di sangue: una volta visitata dai medici, Prudente ha scoperto di aver subito il distacco parziale della placenta e che le speranze che la gravidanza vada avanti sono nulle.

Tuttavia, il cuore del feto batte ancora: questo, a Malta, obbliga le donne a non abortire.

La coppia, in ospedale da una settimana, sta aspettando che i medici intervengano per salvare Prudente, ma i medici maltesi si sono rifitutati, perché il cuore del feto batte ancora. I sanitari interveranno solo in due casi, ovvero se la donna dovesse andare in travaglio spontaneamente, o se il cuore del feto si fermerà.

Jay Weeldreyer ha spiegato alla BBC che la sua compagna è ad alto rischio di infezione perché la placenta si è distaccata, e il cordone ombelicale sporge dall’utero. “La bambina non vivrà, non si può fare nulla per cambiare l’esito. La volevamo, la vorremmo ancora, la amiamo, vorremmo che sopravvivesse, ma non sarà così, e non solo stiamo perdendo nostra figlia, ma l’ospedale mette a rischio Andrea“, ha dichiarato l’uomo.

La coppia, come riporta la stampa, sta ora cercando di farsi pagare dall’assicurazione un trasferimento in aereo in Gran Bretagna, che i medici si sono rifiutati di autorizzare a causa delle sue gravi condizioni.

La legge maltese contro l’aborto risale al 1724. Si tratta della legge anti aborto più ferrea di tutta Europa: non permette l’aborto in nessun caso, nemmeno in casi di incesto, stupro o gravi malformazioni, e le donne che abortiscono rischiano fino a 3 anni di carcere. Gli anni di prigione salgono a 4 per i medici che le aiutano, e la loro licenza viene revocata.

La dottoressa Lara Dimitrijevic, avvocata di Malta e presidente della Women’s Rights Foundation, combatte da anni questa legge: “Le donne qui raramente hanno voce in capitolo“, ha dichiarato alla BBC. “La pratica generale è che i medici o lasciano che il corpo espella il feto da solo, oppure – se la paziente si ammala gravemente e sviluppa la sepsi – allora e solo allora intervengono per cercare di salvare la vita della madre“.

 

 

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