Giornata storica in Arabia Saudita dove d’ora in poi le donne possono imbracciare il volante di un’auto, di un camion o il manubrio di una moto. Dunque potranno guidare liberamente (o quasi): non saranno più vincolate agli orari e alle abitudini dei propri mariti o fratelli, potranno uscire da sole, accompagnare i figli a scuola e persino recarsi a lavorare. Una vera e propria “rivoluzione” per un Paese che era rimasto l’ultimo al mondo a non riconoscere ancora questo diritto alle donne, come scrive l’agenzia di stampa Ansa.it. Un divieto storico che le aveva relegate ai sedili posteriori e che adesso è venuto meno grazie al programma di riforme sociali ed economiche fortemente voluto dal principe ereditario Mohammed Bin Salman con l’obiettivo di modernizzare il Regno, ritenuto tra i più conservatori e rigidi al mondo.

Molte le donne che, contente per questa storica conquista, hanno postato le foto sui social network con in mano la patente nuova di zecca: le prime sono state rilasciate il 4 giugno scorso. Adesso, però, si pone il problema di prepararle alla guida: in molte lamentano il fatto che le scuole e le istruttrici siano ancora poche e addirittura che il costo delle lezioni sia troppo elevato. Il rischio è che solo le donne benestanti possano beneficiare di questo provvedimento, di questa libertà. A festeggiare sono soprattutto le case automobilistiche le quali, secondo le stime elaborate da Bloomberg Economics, potrebbero arrivare ad incassare 90 miliardi di dollari entro il 2030. Un impatto non trascurabile per l’economia della monarchia saudita che è stata colpita duramente dall’abbassamento del prezzo del greggio.

Adesso, con le donne al volante, in molti potrebbero aver bisogno di nuove auto e così anche l’economia locale potrebbe beneficiarne. C’è, però, una limitazione. Le donne potranno sì mettersi al volante ma solo dopo aver ricevuto un permesso dal loro garante maschio.

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