Un sospetto tumore e un uomo si è trovato senza alcun reale motivo a vedersi amputare il pene. È successo a un signore classe 1954, che vuole mantenere l’anonimato e preservare la propria privacy. Residente in Valtiberina Toscana, l’uomo ritiene di essere vittima di un gravissimo danno e chiede un risarcimento di 400mila euro.

I fatti risalgono al novembre 2018, anno in cui l’urologo dell’ospedale San Donato di Arezzo diagnosticò erroneamente un tumore a un paziente affetto, invece, da sifilide. Stando alla ricostruzione dei fatti fornita dai legali dell’uomo, la presenza del tumore sarebbe poi stata smentita dagli esami istologici svolti tardivamente sui tessuti prelevati dal pene.

Stimato e apprezzato medico, G.P., queste le iniziali del chirurgo classe ’87, rischia di finire a processo con l’accusa di lesioni colpose gravissime. Così, come rischia l’Asl, chiamata in causa per responsabilità oggettiva. Sono due, infatti, i filoni d’inchiesta: quello penale, che il 9 marzo 2023 vedrà l’urologo che ha praticato l’operazione e autore della diagnosi errata, chiamato a comparire davanti al gup di Arezzo, Claudio Lara, per l’udienza preliminare; e quello civile, che vede coinvolta l’Asl di competenza.

L’esatta valutazione del risarcimento verrà fatta tenendo conto di specifiche tabelle basate sull’età anagrafica del paziente, ma la cifra dovrebbe avvicinarsi ai 400mila euro. Il chirurgo, nel frattempo, è stato trasferito dall’ospedale toscano a Milano.

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