Quella del 14 giugno è stata una giornata importante, anzi storica per l’Argentina visto che la Camera dei Deputati ha approvato il progetto di legge che, di fatto, depenalizza l’aborto consentendolo in forma “sicura, legale e gratuita” fino alla quattordicesima settimana di gestione solo per le donne che lo richiedono. E c’è di più: per le giovani vittime di violenza sessuale, per le madri in pericolo di vita o in caso di malformazioni del feto incompatibili con la vita questo termine potrà essere addirittura superato. Un passo in avanti per l’Argentina, una grande conquista per le donne che a breve potranno abortire liberamente e legalmente senza dover scappare in altri Paesi per poter esercitare un diritto.

Il sì è arrivato alle 9.51 del mattino, ovvero intorno alle 15 in Italia, con la Camera dei Deputati che ha depenalizzato l’aborto con 129 voti a favore, 125 contrari e una sola astensione. Adesso la proposta di legge passa al Senato – come scrive l’agenzia di stampa Ansa.it – che dovrà dire l’ultima, che potrà esprimersi prima che il provvedimento diventi effettivamente legge, prima che possa essere applicato.

In realtà non è la prima volta che l’Argentina prova a fare un passo in avanti, tentando di modificare la legge sull’interruzione di gravidanza. Finora non c’era riuscito nessuno, adesso la svolta con il primo sì della Camera in attesa che si pronunci il Senato. Il peggio, fanno sapere i beninformati, è passato: a contribuire stavolta è stata la grande mobilitazione popolare che ha sollevato e accompagnato il dibattito parlamentare con tanto di occupazione delle scuole, marce per strada e un presidente, Mauricio Macri, che ha deciso di non esprimersi e di non esercitare il diritto di veto sulla decisione parlamentare.

Alla Camera la vittoria non è stata affatto semplice: si sono alternativi diversi interventi e a metà dibattito si è temuto che la legge non passasse. Troppi i no: alla fine hanno prevalso coloro che erano favorevoli alla depenalizzazione dell’aborto. Stando così le cose, la patata bollente passa al Senato che potrà o bocciare o modificare il testo rimandandolo alla Camera. Ma i capigruppo al Senato dei due partiti di maggioranza non hanno dubbi: il provvedimento passerà a luglio o settembre. Senza problemi.

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