In Irlanda stravince il “sì” all’aborto: i numeri parlano chiaro, come riferiscono i media irlandesi citati dall’agenzia di stampa Ansa.it. Il 66,4% ha votato a favore della legalizzazione dell’aborto mentre solo il 33,6% ha detto no. Il movimento anti-abortista irlandese ha già ammesso la sconfitta al referendum, come reso noto dal portavoce della campagna “Save The 8th” John McGuirk. Un giorno storico per il Paese, un giorno di liberazione per le tante donne irlandesi costrette a fuggire dalle proprie città per abortire.

L’Irlanda, è doveroso ricordarlo, è terra di secolari radici cattoliche, che adesso ha deciso di fare un passo avanti, di voltare pagina, suggellando il trionfo del fronte favorevole all’abrogazione dell’articolo 8 della Costituzione che tutelava la vita del nascituro e che era stato introdotto nel 1983 istituendo un divieto dell’interruzione di gravidanza se non in casi eccezionali di pericolo per la vita della madre. Un divieto che, come già in parte ribadito, aveva significato viaggi all’estero a migliaia di donne che volevano abortire.

L’affluenza è stata al 70% con una vittoria dei “sì” schiacciante in uno scenario per certi versi simile a quello di un altro referendum molto contrastato, poi sfociato nel via libera ai matrimoni tra omosessuali.

In questo caso a favore della liberalizzazione dell’aborto si erano schierati i leader istituzionali, i maggiori partiti, i media, le star irlandesi del jet set internazionale; contrari i movimenti per la vita, gruppi cattolici e singoli dissidenti di partito. Insomma, il “no” aveva poche speranze di spuntarla. L’Irlanda aveva già deciso per il cambiamento. Queste le parole dei co-presidenti del Partito dei Verdi europei Monica Frassoni e Reinhard Butikofer in una nota:

La notizia che la maggioranza degli irlandesi ha votato per cambiare lo status quo sull’aborto sarà un enorme sollievo per le donne di tutto il mondo. Crediamo che tutti in Europa debbano avere il diritto di decidere quando, come, e se, vogliono iniziare una famiglia, e speriamo che altri Paesi con leggi proibitive sull’aborto seguano ora l’esempio dell’Irlanda.

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