Arisa è tornata a fare l’insegnante di canto ad Amici, dove punta a mettere al servizio degli allievi la sua esperienza e aiutarli così nel percorso di crescita che desiderano intraprendere nel mondo della musica. La cantante ora vuole mettersi allo stesso tempo alle spalle le insicurezze del passato e dimostrare il suo valore indipendentemente dai giudizi degli altri.

Questo l’ha spinta così a pubblicare alcuni degli insulti che si è trovata a subire da alcuni haters sui social, che non hanno usato mezzi termini, incuranti di quanto le parole possano ferire. Ed è per questo che lei non ha voluto nemmeno oscurare i nomi di chi l’ha criticata pesantemente, in modo tale che si possano assumere le loro responsabilità.

Il gesto fatto da Arisa su Instagram è arrivato in occasione di un evento che non deve essere solo simbolico, la Giornata Internazionale contro la Violenza sulle donne, che dovrebbe spingere tutti a riflettere su un fenomeno che è ancora troppo diffuso. “Hai una carriera da pornostar”, “Volgarotta da quattro soldi”, “Brutta era e brutta è rimasta nonostante i ritocchi”, “Volgarotta da quattro soldi”, sono solo alcuni degli esempi di come si possa arrivare a sputare veleno solo perché si pensa di essere protetti da una testiera e lo schermo di un computer/telefono.

Rosalba Pippa, questo il suo nome all’anagrafe, non si è limitata a questo, ma ha anzi voluto prendere posizione in maniera chiara sottolineando come ora lei si senta superiore a tutto questo: “Bando ai vittimismi, certe cose non mi feriscono più” – ha scritto.

A quel punto ha voluto lanciare un messaggio chiaro rivolgendosi direttamente a chi le ha scritto queste parole: “Ma esco allo scoperto volentieri volendo dare il mio contributo per combattere questo atteggiamento di odio che imperversa sui social senza alcuna censura. Sono davvero brutte le cose che scrivete, ma ancora più brutto è che voi le pensiate. Se chiunque scrivesse cose così pesanti a vostra figlia, a vostra madre, a un’amica a cui tenete, come reagireste? Ve lo dico io, molto male. E qualcuno potrebbe rispondere: “ma mia figlia non si mette con le chiappe al vento sui social”… Può darsi. Ma il diritto di offesa che pensate di avere a ragion veduta ha lo stesso principio di chi, ad esempio, esercita violenza fisica contro una donna vestita in minigonna. E il fatto che alcune delle offese che si leggono provengano da donne come me mi dice che siamo messe male. Peccato, la strada per la libertà è ancora lunga forse perchè non sappiamo ancora bene che cos’è, o forse alcuni di noi non hanno ancora il coraggio di essere davvero liberi” ha concluso Arisa.

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