Arrestato il boss mafioso Matteo Messina Denaro: era latitante da 30 anni

Ai vertici di Cosa nostra, era considerato tra i più pericolosi ricercati al mondo. È stato condannato all'ergastolo per decine di omicidi, tra cui quello del piccolo Giuseppe Di Matteo, le stragi del '92 in cui hanno perso la vita Falcone e Borsellino, e per gli attentati del 1993 a Milano, Firenze e Roma.

Il boss mafioso Matteo Messina Denaro, detto “U Siccu”, è stato arrestato dai carabinieri del Ros, dopo 30 anni di latitanza. Ai vertici di Cosa nostra, era considerato tra i più pericolosi ricercati al mondo. Come appreso da ANSA, l’inchiesta che ha portato alla cattura del capomafia di Castelvetrano (Tp) è stata coordinata dal procuratore di Palermo Maurizio de Lucia e dal procuratore aggiunto Paolo Guido.

Al momento dell’arresto, Matteo Messina Denaro, 60 anni, si trovava in day hospital alla clinica Maddalena, in pieno centro a Palermo, “per sottoporsi a terapie“, secondo quanto riferito dagli inquirenti. Dopo il blitz nella clinica nella notte tra il 15 e il 16 gennaio 2023, l’uomo è stato trasferito in una località segreta.

Figlio del vecchio capomafia di Castelvetrano (Tp) Ciccio, storico alleato dei corleonesi di Totò Riina, Matteo Messina Denaro era latitante dall’estate del 1993. In una lettera scritta alla fidanzata dell’epoca, Angela, dopo le stragi mafiose di Roma, Milano e Firenze, aveva preannunciato l’inizio della sua vita da Primula Rossa. Sentirai parlare di me, mi dipingeranno come un diavolo, ma sono tutte falsità“, le aveva scritto, facendo intendere di essere a conoscenza che di lì a poco il suo nome sarebbe stato associato a gravi fatti di sangue.

Il boss mafioso trapanese è stato condannato all’ergastolo per decine di omicidi. Tra questi, anche per quello del piccolo Giuseppe Di Matteo, figlio del pentito strangolato e sciolto nell’acido dopo quasi due anni di prigionia. Poi, per le stragi del ’92, costate la vita ai giudici Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, oltre che per i già citati attentati del ’93 a Milano, Firenze e Roma.

Finisce così la fuga decennale dell’ultimo boss mafioso di “prima grandezza”, ancora ricercato. In una nota del Quirinale, si legge:

Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha telefonato questa mattina al Ministro dell’Interno e al Comandante dell’Arma dei Carabinieri per esprimere le sue congratulazioni per l’arresto di Matteo Messina Denaro, realizzato in stretto raccordo con la Magistratura.

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