Bebe Vio: "Ho pensato di suicidarmi"
Bebe Vio, campionessa paralimpica italiana di fioretto individuale, ha parlato al programma televisivo Che tempo che fa del terribile desiderio di suicidarsi dopo la post amputazione degli arti.
Bebe Vio, campionessa paralimpica italiana di fioretto individuale, ha parlato al programma televisivo Che tempo che fa del terribile desiderio di suicidarsi dopo la post amputazione degli arti.
Forte, determinata e campionessa paralimpica italiana di fioretto individuale, siamo abituate a vedere in questo modo la giovane Beatrice Vio, conosciuta a tutti con il soprannome di Bebe: 20 anni, un futuro fiorente quasi già scritto davanti a sé e un passato sofferto che l’hanno resa la donna energica che tutte noi conosciamo. Oggi Bebe Vio si batte per la vaccinazione, la stessa che all’età di 11 anni non fece, come riporta il padre sotto consiglio medico, motivo per cui nel 2008 la portò a contrarre una meningite fulminante di tipo B.
Una terribile malattia che le causò una vasta infezione e la successiva amputazione di gambe e braccia. A raccontare la sua storia è stata la stessa sportiva l’1 ottobre 2017 al programma televisivo Che tempo che fa: anni pieni di dolore in cui aveva pensato anche al suicidio ma, grazie all’aiuto del padre, è riuscita a superarli e ad accettare la nuova visione di se stessa. Anni che l’hanno forgiata a essere la campionessa, potente e sicura che tutte noi adoriamo.
Ho voluto uscire dall’ospedale il giorno prima del mio compleanno e quindi ho un po’ spinto la cosa. Avevo le ferite aperte, mio papà mi faceva le medicazioni e non era facilissimo per un padre fare una cosa del genere. A casa non avevo la morfina e neppure l’anestesia, faceva molto male. A quel punto ho detto: “Basta, non è possibile, perché a me?” e volevo suicidarmi.
Ha spiegato Bebe Vio al presentatore del programma televisivo Fabio Fazio. Una voglia di abbandono totale per una vita che gli stava donando solo sofferenze. È allora che il padre della giovane è diventato un punto focale nella triste situazione che stava passando:
Ero lì con mio papà e gli dissi: “Basta, non ce la faccio più, devo suicidarmi“. Avevo 11 anni quindi in realtà neppure capivo veramente il significato. Allora mio padre mi disse: “Scusami, Bebe, ma come avresti intenzione di suicidarti?”. Io ero davvero convinta e dissi: “Adesso mi uccido, adesso mi butto giù dal letto”. Ammetto di avere un letto americano quindi è molto alto. Faccio per buttarmi giù, lui mi ha presa al volo e mi ha rilanciata su e mi ha detto: “Bebe, scusami, buttandoti giù dal letto non ti suicidi ma ti fai ancora più male e poi vieni a rompere le palle a me, quindi il letto no. Se vuoi ti porto alla finestra, quello è il secondo piano, se ti butti da lì è sicuro”.
Ha continuato la campionessa paralimpica narrando la vicenda con quel tratto d’ironia che tanto la caratterizza.
E io rimasì così: cavolo, hai 11 anni, vuoi suicidarti e tuo papà ti dice che il letto non funziona ma se vuoi ti porta alla finestra. Allora mi disse: “Bebe ma non rompere le palle che la vita è una figata“. Quindi in realtà non è una frase mia, è una frase di papà e mi ha lasciato lì. Sono rimasta lì a pensare: “Cavoli, ma veramente pensavo queste cose?”. La parte dura è finita, adesso è tutto relativamente in discesa. Grazie a questa frase ci siamo illuminati tutti quanti e abbiamo cominciato a pensarla così.
Ha terminato il suo racconto Bebe Vio a Che tempo che fa, emozionando i presenti in studio e anche chi invece ha ascoltato le sue parole dal divano di casa. Un motto il suo, quel “La vita è una figata”. che è diventato anche il titolo di un programma televisivo in onda dall’autunno 2017 su Rai Uno da lei stessa presentato: una trasmissione che mostra la vita straordinaria di giovani come lei che, nonostante le insidie del percorso, hanno accettato la loro vita, trovando tutti i lati positivi che essa aveva da offrir loro.
Simona Cecilia, 22 anni. Amante del teatro, della musica e della scrittura. Nerd senza possibilità di redenzione con una strana ossessione per i gatti e il colore rosa.
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