Bimba non fu vaccinata contro il tetano: genitori indagati per lesioni

In quell'occasione si scoprì che la bimba, così come il fratellino, non erano mai stati vaccinati né contro il tetano né contro altre malattie nonostante l'obbligatorietà imposta dal Ministro della Salute Beatrice Lorenzin.

La Procura di Torino ha indagato i genitori di una bimba di sette anni, italiana e ricoverata d’urgenza lo scorso ottobre all’ospedale infantile Regina Margherita dopo aver contratto il tetano: un caso che fece discutere soprattutto alla luce dell’obbligatorietà dei vaccini disposta dal Ministro della Salute Beatrice Lorenzin. In quell’occasione – come scrive il quotidiano “La Stampa” che ne dà notizia – si scoprì che la bimba, così come il fratellino, non erano mai stati vaccinati né contro il tetano né contro altre malattie.

L’Asl Città di Torino, allora, aveva convocato entrambi i genitori affinché si mettessero in regola vaccinando i piccoli. Adesso nel fascicolo si contesta il reato di lesioni colpose: i bambini andavano vaccinati contro il tetano. Nei prossimi giorni, tra l’altro, la Procura di Torino incaricherà un medico legale chiamato a far luce su questa delicatissima vicenda in modo da stabilire se la diagnosi dei medici era esatta e se la bambina – e questo è un aspetto fondamentale – avrebbe potuto contrarre il tetano anche se fosse stata vaccinata. In ultimo bisognerà stabilire se l’infezione, anche se prontamente debellata, abbia lasciato conseguenze permanenti sulla piccola paziente.

Come ricorderete, la bimba era stata portata in ospedale cosciente ma con forti convulsioni: i medici capirono immediatamente che si trattava di un presunto caso di tetano. La piccola, poi, era stata trattata con immunoglobuline, ovvero la profilassi contro il tetano che, di fatto, le ha salvato la vita. Le dimissioni arrivarono alcuni giorni dopo. “Non siamo attivisti No Vax. Io e mia moglie, però, crediamo che sul tema dei vaccini ci sia tanta disinformazione e che ognuno difenda le proprie posizioni senza dare risposte chiare ai cittadini. Ci siamo informati sugli effetti collaterali e abbiamo fatto le scelte che ritenevamo migliori e giuste” avevano dichiarato. Parole che, adesso, sono al vaglio della Procura di Torino.

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