È finito con l’assoluzione il processo che vedeva imputato Fabrizio Chinaglia, agente del mondo dello spettacolo, inizialmente accusato di aver approfittato delle condizioni di “inferiorità psichica” della showgirl Sara Tommasi, causate da un disturbo della personalità e da psicosi dovute alla cocaina. Il suo obiettivo sarebbe stato quello di avere rapporti sessuali con lei anche con minacce e percosse. Accuse gravissime da cui Chinaglia è stato assolto perché “il fatto non sussiste” come mette nero su bianco il Tribunale di Milano e come conferma l’agenzia di stampa Ansa.it.

Per l’agente di spettacolo la Procura aveva chiesto 8 anni di reclusione per una serie di reati che andavano dalla violenza sessuale alla cessione di droga passando per l’estorsione. E, invece, è stato assolto. Il fatto non sussiste.

Una vicenda assai delicata che comincia nel lontano 2013 quando, secondo gli investigatori, nei mesi estivi – quindi tra agosto e settembre 2013 – Chinaglia, per il quale non era stata disposta alcuna misura cautelare poiché non c’erano gli estremi per chiederla – avrebbe ceduto la cocaina alla Tommasi prima in un hotel di Milano e poi in un ostello. Droga che avrebbe inciso fortemente sulle condizioni di salute della giovane: l’agente potrebbe aver approfittato di questa situazione. O, almeno, così sosteneva l’accusa.

Per costringerla ad assumere la droga, l’agente di spettacolo – adesso assolto da tutti i capi di imputazione – l’avrebbe persino colpita alla testa e poi approfittato della psicosi e del suo disturbo per costringerla a fare sesso. Una circostanza che, se fosse stata confermata, sarebbe stata gravissima aggravata dal fatto che le avrebbe mostrato una pistola sostenendo di conoscere malavitosi. L’uomo, infatti, era stato accusato di essersi fatto consegnare un assegno da 20mila euro. Accuse che sono state cancellate dal Tribunale.

Per capire meglio cosa è accaduto bisognerà attendere ancora un po’: entro 90 giorni, infatti, saranno depositate le motivazioni.

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