Lo studio del Kings College di Londra, pubblicato su The Lancet, ha evidenziato che le donne vaccinate contro il papillomavirus umano (HPV) sono molto più protette contro il cancro alla cervice.

Il tasso di cancro cervicale (o al collo dell’utero) nelle donne vaccinate contro l’HPV tra i 12 e i 13 anni è dell’87% più basso, rispetto alle donne che non sono vaccinate. Lo studio riporta altri dati positivi: nelle donne tra i 14 e 16 anni i tassi di cancro sono inferiori del 62% e del 34% nelle donne di età compresa tra 16 e 18 anni.

Come riporta una ricerca dell’Università di Oxford, sono 10 milioni le donne che hanno ricevuto una dose del vaccino tra il 2009 e il 2018. Fino al 2012 veniva somministrato il vaccino Cervarix, ma da adesso il vaccino utilizzato è il Gardasil, che viene usato per le ragazze e i ragazzi di 12 e 13 anni.

I dati raccolti dallo studio del Kings College mostrano che fino a giugno 2019, tra le donne vaccinate in Inghilterra, c’erano 450 casi in meno di cancro cervicale e 17.200 casi in meno di precancerosi (ovvero le alterazioni di cellule e tessuti che possono evolvere in un cancro).

Questo rappresenta un importante passo avanti nella prevenzione del cancro cervicale“, ha affermato alla stampa la dottoressa Kate Soldan, dell’Agenzia per la sicurezza sanitaria del Regno Unito.

Come ribadito dalla dottoressa, lo studio ha mostrato la prova di come il vaccino anti-HPV fornisca una valida protezione contro il cancro cervicale. Infatti, i due tipi di virus HPV sono responsabili dell’avanzamento del tumore.

È stato incredibile vedere l’impatto della vaccinazione HPV e ora possiamo dimostrare che ha impedito a centinaia di donne di sviluppare il cancro in Inghilterra“, ha aggiunto alla stampa il professor Peter Sasieni, che ha guidato la ricerca.

A finanziare il lavoro è stato il Cancer Research UK, come riporta la stampa, che ha affermato quanto i risultati abbiano superato le aspettative. I ricercatori pensano che grazie alla vaccinazione combinata con lo screening il cancro alla cervice potrebbe in futuro diventare una malattia rara.

La discussione continua nel gruppo privato!
Seguici anche su Google News!