Da almeno tre anni l’Unione Europea discute sulla fine del passaggio tra ora legale e ora solare, mantenendo in vigore solo la prima, proposta che ha già incontrato il parere positivo di diversi Paesi, fra cui però non figura l’Italia.

Adesso, però, la situazione potrebbe cambiare, piaccia o meno: la guerra russo-ucraina e la conseguente crisi del gas, con la situazione del caro energia che appare sempre più preoccupante, potrebbero infatti far optare i Paesi europei per il mantenimento dell’ora legale anche oltre il 30 ottobre prossimo, data in cui dovrebbe scattare il passaggio all’ora solare e, quindi, le lancette degli orologi dovrebbero essere fissate un’ora indietro.

L’ora legale sfrutta l’irradiazione del sole durante il periodo estivo; è il motivo, per usare parole semplici, per cui durante la bella stagione le giornate sono più lunghe. L’ora solare, al contrario, usata convenzionalmente in inverno, coincide con l’orario del meridiano del fuso orario di riferimento, chiamato anche “ora civile convenzionale”.

Da qui appare chiaro come l’ora legale permetta di utilizzare meno l’illuminazione elettrica, e ritardarne quindi l’uso. È chiaro che dall’eventuale mantenimento dell’ora legale non ci si possa aspettare miracoli, ma sicuramente verrebbero sfruttate maggiormente le ore di luce generalmente perse per le abitudini di orario.

Fra i primi a lanciare la proposta del mantenimento dell’ora legale il presidente della società di medicina ambientale Alessandro Siani, basatosi anche sui calcoli della società di distribuzione Terna che, ben prima della crisi ucraina, aveva calcolato che negli ultimi quindici anni, nel periodo fra il 27 marzo e il 30 ottobre, ovvero quando l’ora legale è in vigore, si è avuto un risparmio di 10 miliardi di kilowattora, pari a 1,8 miliardi di euro.

E tra le varie idee messe sul tavolo, come razionamenti di gas alle imprese, sabati in Dad per le scuole e riduzione della durata dei riscaldamenti, con conseguente abbassamento della temperatura massima da tenere all’interno delle abitazioni, mantenere l’ora legale sembra una soluzione meno “invasiva” per guadagnare un’ora in più di luce e calore, che, “considerati gli attuali prezzi del gas, determinerebbe nel nostro Paese risparmi sui consumi di energia stimabili in circa un miliardo di euro solo nel primo biennio”, ha detto Siani.

Fra i partiti ad accogliere subito favorevolmente la proposta i Verdi che, attraverso Dario Balotta, responsabile trasporti del partito, hanno espresso la propria posizione in merito: “Assumere rapidamente provvedimenti immediati di risparmio energetico e di riduzione delle emissioni climalteranti come l’estensione dell’ora legale a tutto l’anno solare potrebbe raddoppiare i risparmi di energia a quasi 380 milioni di euro e ridurre le emissioni di Co2 di almeno 400mila tonnellate”.

Il consenso, però, appare trasversale, da PD a Forza Italia, mentre la Lega sta su una posizione leggermente diversa: “”Sull’ora legale stiamo facendo studi da 36 ore per capire se ne vale la pena: se si guadagna in termini di risparmio energetico la sera, si perde al mattino – sono le parole del responsabile energia del partito, Paolo Arrigoni – Probabilmente la soluzione sarà non di stabilizzarla per sempre ma di prorogarla per qualche mese o qualche settimana”.

A ogni modo, sul fronte istituzionale ancora tutto tace: il premier Draghi e il ministro della transizione ecologica Roberto Cingolani non si sono ancora pronunciati, e a questo punto bisognerà capire se sarà questo governo, o quello che si insedierà dopo le elezioni del prossimo 25 settembre, a esprimersi definitivamente in merito.

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