"Sono esposti, tanto vale raccontarli noi": Chiara Ferragni sulla vita social dei figli

In un'intervista rilasciata a Michela Murgia per Vogue, l'imprenditrice digitale ha spiegato la, spesso contestata, presenza social di Leone e Vittoria: "Non so se sia il modo giusto o sbagliato, ma per ora mi pare quello più naturale per la mia generazione e per la loro".

Il lato oscuro dei social Chiara Ferragni l’ha sempre affrontato a visto scoperto. A critiche distruttive e odiatori seriali ha risposto spesso con ironia e onestà. E non ha avuto paura nemmeno quando si è trattato di raccontare – sempre nel suo modo preferito – la sua famiglia, soprattutto i figli, Leone e Vittoria.

In un’intervista rilasciata a Michela Murgia per Vogue, l’imprenditrice digitale più seguita d’Italia (25 milioni di follwer), ha parlato di empowerment femminile, di privacy, di ruoli di genere e di come, anche lei, molto spesso si senta fragile.

Tra i tanti temi toccati, appunto, anche quello della privacy nell’era dei social, dove il rapporto con i volti noti del panorama italiano (e anche internazionale, certo), è cambiato radicalmente. Una comunicazione diretta, orizzontale, con la propria community che ha soppiantato quella filtrata e verticale della stampa: e Chiara Ferragni, insieme a suo marito Fedez, ha scelto di utilizzarla per presentare al popolo del web anche i suoi figli. “Leo e Vittoria sarebbero comunque persone esposte, tanto vale che li raccontiamo noi“, ha dichiarato a Michela Murgia.

“Non so se sia il modo giusto o sbagliato, ma per ora mi pare quello più naturale per la mia generazione e per la loro. Faccio quello che faceva mia mamma quando ci filmava e fotografava, solo che invece che con i nonni, noi condividiamo con milioni di persone”. E sulla positività e l’importanza di questo messaggio Chiara non ha dubbi.

“Credo che il racconto della nostra vita faccia più bene che male alle persone, perché diamo l’idea di due ragazzi giovani che si sono fatti da soli e che cercano di educare i figli all’apertura. Tante persone ci scrivono per dirci: “Quando sono triste mi guardo i video di Leo e mi torna il buon umore”. Abbiamo scelto di non monetizzare la loro visibilità e non abbiamo accettato sponsorizzazioni, ma faremo altri errori, è ovvio. Finché pensi di far la cosa migliore per loro, il tuo lavoro di genitore però lo hai fatto”.

Chiara, insomma non sembra temere il web, nonostante sia stata spesso vittima dell’hate speech che, purtroppo, dilaga sui social.

Ho delle preoccupazioni, ma riguardano la vita intima, le mie relazioni, non quella pubblica. Quando ero incinta ho avuto paura di non essere una brava madre, di non riuscire a tenere insieme il lavoro e la famiglia, di veder divorata la mia femminilità dentro a un ruolo che è bellissimo, ma non è tutto quello che sono. Un uomo quando diventa padre non si fa tutte queste domande. Ho la sindrome dell’impostora e molte volte mi sono chiesta: ma questa occasione che mi viene data la merito davvero? Queste sono le cose che mi hanno interrogata negli anni, non quelle che dicono di me”.

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