Le città italiane dove le donne vivono meglio (e peggio) : la classifica del Sole 24 Ore

È Udine la città dove popolazione femminile vive meglio. A dirlo è la terza edizione della classifica del Sole 24 Ore, volta a misurare il benessere delle donne sul territorio italiano, analizzando 12 indicatori: speranza di vita, titoli di studio, opportunità di lavoro, ruoli nell’amministrazione, presenza nel mondo dello sport e sicurezza.

È Udine la città dove le donne vivono meglio. A dirlo è la terza edizione della classifica della Qualità della vita delle donne, effettuata nell’ambito di quella annuale, e più generica, sulla Qualità della vita del Sole 24 Ore. Il progetto è volto a misurare il benessere della popolazione femminile sul territorio italiano, analizzando 12 indicatori su base provinciale, specchietto dei divari di genere e delle condizioni di vita delle donne in tutta la Penisola.

A far salire Udine al primo posto del podio (risultato ottenuto anche nella classifica generale del 2023) sono stati un tasso di occupazione femminile che supera la media nazionale di oltre 12 punti, un gap occupazionale di genere poco sotto il 13% e valori elevati nella speranza di vita (85,4 anni) e nella percentuale di amministratori comunali donne. Subito dopo la cittadina del Friuli Venezia Giulia, al secondo e terzo posto ci sono Lecco e Prato, quest’ultima al 1° posto per la seconda volta per percentuale di donne tra gli amministratori comunali (42,4% nel 2022).

In particolare, la classifica, grazie ai 12 indicatori quali speranza di vita, titoli di studio, opportunità di lavoro, ruoli nell’amministrazione, presenza nel mondo dello sport e sicurezza, ci racconta come sia migliorato complessivamente il tasso di occupazione femminile (55,2 contro il 52,9 del 2021) e la percentuale di giovani donne occupate (29,4 contro il 25,2 del 2021). Restano invece, invariati la media nazionale delle donne amministratori di impresa e il gender gap occupazionale, mentre aumentano le violenze sessuali.

Inoltre, si evidenziano importanti divari territoriali tra il Nord e il Sud Italia nel benessere femminile. In fondo alla classifica troviamo solo province del Mezzogiorno, con una maglia nera per Napoli al 107° posto, l’ultimo, mentre nei vertici della classifica sono praticamente assenti le metropoli. “Le grandi città offrono più occasioni per i giovani, ma rendono più difficile la vita familiare, sono più care, hanno meno servizi e difficoltà di trasporti. Investire sulle famiglie e sui servizi alle famiglie, asili nido per esempio, supporta le carriere femminili”, spiega Paola Profeta, prorettrice per la Diversità, Inclusione e Sostenibilità all’Università Bocconi e Professoressa Ordinaria di Scienza e direttrice dell’AXA Research Lab on Gender Equality.

Infine, mentre il tasso di occupazione femminile è migliorato, come anche quello della percentuale di giovani donne occupate, la media nazionale delle donne amministratori di impresa (una su quattro), è rimasta sostanzialmente la stessa della prima edizione di questo studio. In discesa anche il tasso di amministratori comunali donna, come pure il gender gap occupazionale, fisso intorno al 19 per cento. A crescere, come già detto, il dato allarmante delle violenze sessuali: nel 2022 si sono registrate 10,1 denunce ogni 100mila abitanti, contro le 8,8 del 2021 e le 7,3 del 2020.

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