Condannato per l'omicidio della fidanzata Erika Petri, Dimitri Fricano esce dal carcere "perché obeso e iperfumatore"

L'omicidio è avvenuto nel 2017: l'uomo ora starà in una piccola frazione del Biellese, da dove non si potrà allontanare se non per andare dai medici e, in ogni caso, senza mai lasciare la provincia

Dimitri Fricano, 35enne di Biella, sta scontando una condanna a 30 anni di reclusione per avere ucciso nel giugno del 2017 con 57 coltellate la fidanzata Erika Preti, 28 anni, mentre i due si trovavano in vacanza in Sardegna. L’uomo aveva preso il coltello tra le mani poco prima di andare in spiaggia dopo che lei lo aveva rimproverato perché stava facendo troppe briciole.  In un primo momento lui aveva cercato di nascondere il delitto, ritenendolo la conseguenza di un tentativo di rapina, a distanza di un mese era però arrivata la sua confessione in Procura a Biella, dove aveva parlato della lite che era nata con la giovane.

Ora però il Tribunale di Sorveglianza gli ha concesso i domiciliari perché “obeso e iperfumatore”: le condizioni di salute dell’autore del femminicidio, infatti, sarebbero ritenute incompatibili con la detenzione.

La decisione è stata presa “a causa delle sua obesità e delle limitazioni funzionali derivanti dalla polineuropatia agli arti inferiori e superiori. Questo non lo rende in grado di assolvere autonomamente alle proprie necessità quotidiane e ha bisogno di un’assistenza che non è possibile dispensare in istituto” – si legge nella sentenza.

“Il soggetto è stato sottoposto a plurime valutazioni psichiatriche con aggiustamento di terapia, fisiatriche con indicazione ad incremento di terapia farmacologica per polineuropatia periferica, e cardiologiche, che evidenziano plurimi fattori di rischio cardiovascolare tra cui, obesità severa e fumo attivo (100 sigarette al giorno)” – spiegano ancora i giudici.

Riuscire a compiere anche le azioni più semplici a causa del peso sarebbe difficile per Dimitri Fricano: “Nel corso della restrizione si è riscontrato un ulteriore aumento ponderale in quanto il paziente non può disporre di pasto ipocalorico (non dispensato dalla cucina dell’istituto) – riferiscono ancora i giudici – e non segue le indicazioni dietetiche, con frequenti episodi di “binge eating” di alimenti controindicati. A causa della condizione di grande obeso, pur disponendo di una carrozzina per gli spostamenti, non riesce ad accedere ai servizi per le barriere architettoniche esistenti e per le difficoltà connesse alla possibilità di spostarsi con detto ausilio”.

Ora Fricano dovrà stare in una piccola frazione del Biellese, da dove non si potrà allontanare se non per andare dai medici e, in ogni caso, senza mai lasciare la provincia.

La scelta del Tribunale non la potuto che amareggiare il papà della vittima, Fabrizio Preti: “Sapevo non avrebbe scontato 30 anni di carcere, ma sei sono davvero troppo pochi – ha detto al Corriere della Sera – È stato come ricevere una pugnalata al cuore. Avevo saputo che a gennaio era stato trasferito per qualche giorno in ospedale, ma poi era rientrato in carcere. Il suo è un caso raro. Pensare che neanche i mafiosi ricevono questo trattamento. Mi hanno però assicurato che, se dovesse guarire, tornerebbe in cella. Ci credo poco”. 

 

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