Perché a Coober Pedy gli abitanti hanno deciso di vivere sottoterra

Entrare a Coober Pedy significa avventurarsi in una città fantasma. Nella cittadina australiana, infatti, gli abitanti vivono tutti sottoterra per sfuggire alle temperature che raggiungono anche i 52°.

Il riscaldamento globale è ormai un problema unanimemente riconosciuto, ma le soluzioni per porre un freno al drammatico innalzamento delle temperatura ancora latitano; così, a Coober Pedy, cittadina australiana a 850 chilometri da Adelaide, i 1600 abitanti hanno deciso di optare per un rimedio decisamente particolare, andando a vivere… Sottoterra.

Entrando a Coober Pedy si ha l’impressione di entrare in una vera e propria città fantasma: solo cumuli di sabbia rosa e qualche tubo bianco che spunta dalla terra, pochi uccelli che volteggiano in cielo – il caldo li fa infatti letteralmente cadere – e nessuna casa. Per fronteggiare il caldo torrido estivo, con il termometro che arriva a segnare anche +52°, e il gelo in inverno (non  estremamente rigido, comunque, visto che di notte si raggiungono i -2°), i cittadini si sono attrezzati con abitazioni sotterranee, che mantengono una temperatura costante sui 13°, e in cui si sta talmente bene che si sta pensando di adottare questa soluzione anche in altre città.

Coober Pedy, va detto, non è comunque l’unico caso al mondo di città sotterranea: in Sudafrica, ad esempio, sono stati ritrovati degli utensili nel sottosuolo che hanno fatto intuire che la popolazione dell’epoca abitasse già in cunicoli sotterranei, mentre la città sommersa di Derinkuyu, in Turchia, scoperta per caso nel 1963, è servita per millenni come rifugio in caso di assedio: costruita intorno all’VIII secolo a.C., poteva ospitare fino a 20 mila pesone. Come nel caso di Coober Pedy, anche le gallerie della Cappadocia avevano la dote di rimanere molto fresche rispetto alle temperature esterne, al punto che, ancora oggi, vengono adoperate come dispense per conservare tonnellate di cibo.

Per far fronte alla canicola estrema, la città cinese di Chongquing ha invece deciso di riaprire i rifugi antiaerei costruiti durante la Seconda guerra mondiale.

Il risparmio sull’utilizzo dei condizionatori è enorme per i cittadini di Coober Pedy, senza contare che le case sotterranee costano molto meno rispetto a quelle “tradizionali”: per fare un confronto, si parla di 26 mila dollari contro i 450 mila chiesti per un appartamento ad Adelaide.

Abitare sottoterra significa anche non dover fare i conti con zanzare e altri insetti, che non si addentrano nei luoghi freddi e bui. E se una famiglia ha bisogno di maggiore spazio in cui abitare, è sufficiente armarsi di piccone e scavare nella roccia, che a Coober Pedy è decisamente friabile e morbida.

L’area della cittadina australiana, inoltre, ha la peculiarità di essere vicina a vere e proprie riserve di opale, perciò non è raro che gli abitanti ritrovino queste preziose gemme incastonate nei muri di casa.

Ma perché, se vivere sottoterra è così comodo, non lo facciamo tutti? In realtà i problemi non mancano: il principale è rappresentato dalla muffa nera, che dipende dall’umidità delle caverne, che generalmente si trovano vicino a delle falde acquifere e sono poco ventilate. Le caratteristiche di Coober Pedy che abbiamo menzionato, inoltre, sono tipiche, appunto, solo della cittadina. Per riproporre un modello abitativo simile altrove occorrerebbe trovare un territorio, se non identico, quantomeno simile a quello, cosa non propriamente facile.

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