Costretta ad abortire al nono mese di gravidanza: il racconto shock
Una storia che ha scioccato il mondo: una donna è stata costretta ad abortire al nono mese di gravidanza. "Ho sentito il pianto di mio figlio"
Una storia che ha scioccato il mondo: una donna è stata costretta ad abortire al nono mese di gravidanza. "Ho sentito il pianto di mio figlio"
Alcuni attivisti sul sito di Radio Free Asia hanno denunciato un episodio terribile, accaduto in Cina proprio in questi giorni.
Una donna è stata costretta ad abortire al nono mese di gravidanza e ad ascoltare il pianto di suo figlio, proprio qualche istante prima che la piccola vita fosse brutalmente spezzata.
Nonostante da fine 2013 la legge del figlio unico sia stata abolita, questa tradizione rimane ancora molto forte in Cina.
A fine dicembre infatti, le autorità cinesi avevano deciso di rivoluzionare, dopo 30 anni, la politica del figlio unico, adottata per tenere sotto controllo la crescita demografica del paese più popoloso del mondo e introdotta a pochi anni dalla morte di Mao Tse-tung nel 1979.
Dal verdetto Roe vs Wade del 1973, negli Stati Uniti si sono verificati circa 55 milioni di aborti. Dall’istituzione della politica del figlio unico in Cina, nel 1980, il Partito comunista cinese dichiara di aver “prevenuto” 400 milioni di nascite. Un numero che supera l’intera popolazione americana. Molte di queste nascite sono state “prevenute” attraverso gli aborti forzati.
Questa politica trascinava le donne fuori dalle loro case e le costringeva all’aborto, ordinando anche sterilizzazioni non volute e l’infanticidio.
A causa della preferenza per i maschi, le femmine sono l’obiettivo primario degli aborti: più di 200 milioni di bambine non sono nate nel mondo a causa di aborti selettivi basati sul genere sessuale.
Nella tragica storia raccontata da Free Asia,la madre appartiene all’etnia musulmana turcofona degli Uighuri, che vive in gran parte nella provincia nord-occidentale dello Xinjiang, una minoranza che da tempo denuncia una politica persecutoria da parte di Pechino.La sua storia però non è l’unica, purtroppo.
In un altro caso la donna si trova ancora in ospedale in attesa dell’intervento, in un altro la madre in attesa è fuggita e di lei si sono al momento perse le tracce. “Quando hanno saputo che mia moglie era incinta del quarto figlio, un maschio dopo tre femmine, le autorità ci hanno detto che avremmo dovuto abortire, noi abbiamo detto loro che avremmo voluto anche pagare la multa, di solito compresa tra i 50.000 e i 100.000 yuan (tra i 6.000 e gli 11.000 euro circa, ndr). Ma loro rifiutarono di accettare e a novembre ci siamo nascosti in casa di alcuni parenti. Ma poi la polizia la scorsa settimana ci ha trovati e mia moglie è stata costretta ad abortire al sesto mese di gravidanza”. Il bambino è nato vivo ma è poi deceduto in poche ore a causa delle medicine usate per indurre all’aborto.
La Cina di oggi fa i conti con pesanti cambiamenti sociali e demografici: per la prima volta in decenni, la forza lavoro, pari a circa 940 milioni di individui, è diminuita l’anno scorso di 3,45 milioni e, secondo le previsioni, in questo decennio dovrebbe diminuire di altri 29 milioni. La popolazione sta diventando decisamente anziana, poichè gli Over60 sono il 14,3 della popolazione e diventeranno un terzo nel 2050.
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