Nel 2020, una ragazza di 12 anni è stata venduta dal padre alla famiglia di un individuo di origini kosovare, residente in Trentino. La bambina è arrivata in Italia direttamente dalla Serbia, il suo Paese natale, ed è stata costretta a sposarsi con l’uomo. L’anno successivo, a soli 13 anni, è rimasta incinta ma, grazie all’intervento degli assistenti sociali, è stata trasferita in una struttura protetta dove ha potuto crescere il bambino. Come riportato da Rai News, il 24 maggio 2023, dopo alcuni anni di indagini, è arrivata la sentenza del giudice del Tribunale di Trento che si è espresso sulla drammatica vicenda. Il processo si è concluso con l’attenuante delle abitudini culturali per i genitori dello sposo, scatenando le polemiche di alcuni esponenti politici.

Dopo essere stata portata nella Valsugana (in provincia di Trento) contro la sua volontà, in poco tempo, la storia della sposa-bambina giunta dalla Serbia, ha attirato l’attenzione delle autorità, facendo scattare le indagini dei servizi sociali, seguite da quelle della procura. Durante la scorsa settimana, nelle aule del Tribunale di Trento, è arrivato il verdetto finale del giudice che si è pronunciato in merito alle drammatiche vicende che hanno coinvolto la ragazzina in questi anni.

Il processo si è concluso con un patteggiamento per i genitori dello sposo con l’attenuante delle abitudini culturali: la coppia è stata condannata a sei mesi di reclusione e il pagamento di €6.700 a testa. Il figlio, invece, è stato condannato a due anni di carcere con l’accusa di atti sessuali con un minorenne.

La sentenza del giudice, tuttavia, ha scatenato qualche polemica tra le parlamentari trentine Vanessa Cattoi ed Elena Testor: “Facciamo davvero fatica a comprendere, siamo convinte che il fenomeno delle ‘spose-bambine’ vada fortemente contrastato all’interno del contesto familiare”, hanno dichiarato tra le righe del giornale Il Dolomiti.

Stiamo parlando di giovani donne private dei loro diritti, date in sposa senza che abbiano la possibilità di opporsi in alcun modo. Non è tollerabile che l’attaccamento ai valori di una comunità prevalgano sulle leggi del nostro Paese.

Per il momento, non sono stati rilasciati ulteriori aggiornamenti in merito a un’eventuale modifica della sentenza finale, ma alcuni esponenti politici, stanno esprimendo pubblicamente tutto il loro dissenso.

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