Dobbiamo chiedere scusa a tutti i nostri lettori, perché la notizia, come apparsa e riportata su tutti i media nazionali, e inizialmente anche nel titolo scelto da noi, poteva senz’altro mettere in allarme; ma in realtà, non esiste nessuna presunta “crociata” dell’Onu e dell’Oms contro il made in Italy. Nessuna delle due organizzazioni ha mai detto, come erroneamente riportato sui social  e sui quotidiani, che pizza, prosciutto e parmigiano siano “dannosi come il fumo”.

In realtà l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha tenuto a ribadire l’importanza di una dieta e di un regime di vita equilibrati, improntati al benessere, caratterizzate da uno scarso consumo di cibi ricchi di sale, sodio e alcol. Nel rapporto dell’OMS che ha scatenato le proteste patriottiche e l’indignazione nazionale, parmigiano e pizza non sono affatto nel mirino, e nel documento, Time to Deliver l’Organizzazione Mondiale della Sanità illustra semplicemente le strategie che i governi nazionali dovrebbero seguire per ridurre i decessi dovuti dai Noncommunicable diseases (NCDS) ovvero tutto quell’insieme di malattie non trasmissibili che si sviluppano per una combinazione di fattori genetici, ambientali e comportamentali.

Tra i fattori di rischio, su cui è possibile intervenire, rientra appunto lo stile di vita delle persone. La crociata, quindi, semmai, è contro una vita sedentaria e caratterizzata dal consumo di prodotti che, alla lunga, possono rivelarsi nocivi per l’organismo, non contro le eccellenze della nostra cucina.

Dunque il Ministro all’Agricoltura, Gian Marco Centinaio, che aveva commentato la (falsa) notizia uscita con un “Siamo alla pazzia”, il presidente di Federalimentare Luigi Scordamaglia, Coldiretti, e persino il Ministro dell’Interno Matteo Salvini possono tirare un sospiro di sollievo: nel rapporto Oms non si fa assolutamente menzione del Parmigiano Reggiano, né di prosciutto e pizza.

L’unica cosa che emerge dal documento è la volontà di dare dei consigli, ad esempio, al fine di consentire un accesso dei soggetti a rischio alle strutture sanitarie o per limitare la vendita di prodotti “poco sani”, come appunto quelli ricchi di zuccheri, sodio, grassi saturi e così via ai bambini.

Nessun accostamento di pizza o prosciutto al fumo.

 

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