La curiosità per la nuova vita di Irene Pivetti al servizio dei più fragili

L'ex Presidente della Camera è finita al centro di un'inchiesta penale sulle mascherine importante dalla Cina (il processo è in corso). ora collabora con una cooperativa che si occupa di aiutare i meno fortunati.

Trovare la forza di cambiare vita dopo un momento difficile non è mai semplice e richiede tanto coraggio, ma a volte è proprio in questi casi che si può trovare una forza che non si pensava nemmeno di avere. È quello che è successo a Irene Pivetti, che si è ritrovata ad avere problemi con la giustizia in seguito a un’inchiesta sulle mascherine importate dalla Cina e per cui è ancora in corso un processo per evasione fiscale e riciclaggio.

La Guardia di Finanza ha poi provveduto a sequestrarle 4 milioni di euro come risarcimento per una serie di operazioni commerciali ed è anche in seguito ai problemi economici che ne sono conseguiti che ora ha iniziato a occuparsi di altro. L’ex Presidente della Camera, infatti, da metà 2021si occupa del servizio pasti del ristorante Smack del Centro Sociale di via Tazzoli, cuore del quartiere di San Fruttuoso di Monza.

Un’attività certamente diversa dai fasti del passato, ma che le permette di sentirsi utile e di fare qualcosa di concreto per i meno fortunati: “Da un anno e mezzo sono responsabile delle startup per la cooperativa sociale Mac di Milano. Ogni giorno servo 100 pasti – ha raccontato in un’intervista al Corriere della Sera -. Ci occupiamo di offrire opportunità di lavoro per persone con fragilità sociali, immigrati, uomini e donne che non avrebbero molte chance di inserimento nel mercato del lavoro tradizionale. Nel ristorante diamo lavoro a dieci persone, ma a regime contiamo di assumere ancora. Il nostro obiettivo è la sostenibilità”.

Questa sua nuova esperienza è partita grazie alla collaborazione tra Mac e la cooperativa Per Monza 2000 che gestisce il centro sociale comunale, dove è presente un pensionato da 92 camere singole per persone non abbienti, situazioni in carico ai servizi sociali, ma anche lavoratori e studenti che hanno bisogno di un alloggio temporaneo in città. Anche la stessa Irene Pivetti ha deciso di trasferirsi qui: “Ho preso una camera qui perché il locale apre alle 6.30 e chiude tardi. Sono la prima ad arrivare e l’ultima a spegnere le luci, quindi mi è sembrato più pratico restare qui, piuttosto che fare la spola da Milano”.  Anche il nome Smack è una sua idea: “Alla cooperativa piaceva di essere presente nel nome, stavo rinunciando quando ho avuto questa idea a cui si accompagna una campagna di comunicazione sulla falsariga dei fumetti”.

Vederla in questa veste non può che spingere molti a fare domande, ma lei è contenta di potersi sentire utile e aiutare chi è in difficoltà: “C’è curiosità attorno alla mia presenza. Qualcuno ama parlare di politica, non mi sottraggo, anche se non fa più parte della mia vita. Mi piacerebbe che questo luogo diventasse una sorta di tinello di casa, dove trovare cucina casalinga a prezzi calmierati, ma anche un luogo di aggregazione per il quartiere. Mi ha fatto piacere vedere intere famiglie nel fine settimana, non vedo l’ora di organizzare spaghettate a mezzanotte e ho fatto portare un piccolo palco per gli eventi”. 

Ora lei non ha grandi rimpianti, ma è inevitabile ripensare ai problemi che si è trovata a vivere nell’ultimo periodo: “È molto doloroso finire nel tritacarne, ma ho capito che la giustizia ha i suoi tempi. È una cosa che è successa nella mia vita e a questo punto preferisco uscirne con le ossa aggiustate bene, piuttosto che in qualche modo” – ha concluso.

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