L'ufficiale di polizia David Carrick ha ammesso decine di stupri e reati sessuali

L'ufficiale della polizia metropolitana, che ha usato il suo ruolo per soggiogare le vittime, ha ammesso di essere uno stupratore seriale. La vicenda e il commento di Benedetta Lo Zito, fondatrice del progetto "Suns - end rape culture" che fornisce assistenza alle vittime di abusi sessuali ed educazione contro la cultura dello stupro.

David Carrick, ufficiale della Met police – il dipartimento di Polizia metropolitana londinese che ha sede a Scotland Yard -, ha ammesso di aver usato il suo ruolo per manipolare e terrorizzare le sue vittime, e abusare di loro: ad oggi dodici donne, ma potrebbero essere molte di più.

David Carrick, 48 anni, ha incontrato alcune vittime su vari siti di incontri e in diverse occasioni sociali, e con una di loro ha avuto anche una relazione. Come riporta la BBC, Carrick si è dichiarato colpevole di 49 reati, commessi nell’arco di due decenni. Ma, anche questi, potrebbero essere molti di più.

La Met police si è scusata, ma le scuse non bastano: non bastano dopo il femminicidio di Sarah Everard e non bastano perché è emerso come la polizia fosse già al corrente di nove incidenti, comprese le accuse di stupro, avvenuti tra il 2000 e il 2021. La maggior parte dei reati ha avuto luogo nell’Hertfordshire, dove Carrick viveva: l’uomo, oltre alle violenze fisiche, aveva intrattenuto diverse relazioni abusanti in cui controllava emotivamente alcune donne, isolandole e punendole. Questo perché, come purtroppo sappiamo, l’abuso fisico inizia quasi sempre da quello mentale.

Ironia della sorte: a fermarlo è stata proprio la morte di Sarah Everard. La prima donna che ha deciso di denunciarlo stava guardando in tv la storia della morte della ragazza per mano di Wayne Couzens, si è fatta coraggio e ha alzato la cornetta del telefono per riportare i crimini contro la sua persona a opera di Carrick. Jaswant Narwal, procuratore capo del CPS, ha dichiarato: “Col passare del tempo, la gravità dei crimini commessi (da Carrick) si è intensificata, man mano si è fatto coraggio, pensando che l’avrebbe fatta franca”.

E franca l’ha fatta. Perché quello che le donne inglesi ancora una volta si stanno chiedendo è come sia possibile continuare a non sentirsi sicure nelle proprie strade per colpa di chi indossa una divisa che dovrebbe significare fiducia e, invece, soprattutto negli ultimi anni, è iniziata ad apparire per ciò che è: abuso di potere.

La Met Police ha infatti enormi problemi di sessismo: secondo i dati del Bureau of Investigative Journalism, in tre anni, sono stati depositate 398 denunce a carico di membri della polizia, cui sono seguite solo nove dimissioni forzate; il che significa che l’80% degli accusati ha mantenuto divisa e posto di lavoro (e pericolosità sociale). Lo stesso Wayne Couzens faceva parte di diversi gruppi whatsapp privati (i cui membri sono ora a processo) in cui il sessismo, gli scherzi sullo stupro, la violenza contro le donne erano il pane quotidiano delle interazioni fra i membri.

Immaginate, in un ambiente così spiccatamente violento e machista, entrare in un commissariato per denunciare una violenza di genere, la “serietà” con cui verranno condotte le indagini e la mancata fiducia, come survivor, nel sapere che le tue informazioni resteranno private.

Le accuse contro Carrick sono tremende, da danni fisici gravissimi riportati dalle vittime a finti arresti; a quanto pare, fu coperto o comunque non fu fatto nulla già dal 2002 (quei poliziotti, oggi sono in pensione).

La rabbia, nelle strade del Regno Unito, inizia a montare, fortissima. Ancora una volta, la sicurezza all’interno della polizia inglese sembra una barzelletta; ancora una volta non sappiamo se fermarci quando un uomo con la divisa ci chiede di accostare o magari scappare e rischiare la vita comunque. Ancora una volta siamo costrette a guardarci le spalle, nelle strade che dovremmo attraversare sicure e libere.

Quello che sappiamo è che non ha più senso sentire le solite scuse, la solita storia delle “mele marce”. C’è un problema di sessismo e violenza di genere nella polizia inglese, e se non viene ammessa la sistematicità di questi pattern violenti, e non viene abbattuta la cultura dello squadrismo e cameratismo machista che ne è alla base, il dispiacere è solo formale.

Vogliamo e pretendiamo molto di più. Per Sarah, per le vittime di Carrick, e per tutte quelle survivor che non conosciamo. Per noi, per tutte noi.

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