Pochi minuti fa, la Camera dei deputati ha dato la sua approvazione al decreto Scuola. Il provvedimento è passato con 245 voti favorevoli e 122 contrari. Il dl del Governo diviene quindi legge, nonostante i diversi dubbi espressi dalle opposizioni che hanno provato a fare ostruzionismo.

Il provvedimento approvato contiene sia le norme per concludere l’anno scolastico in corso sia quelle che permetteranno agli studenti italiani di tornare in classe a settembre.

Le novità più importanti riguardano soprattutto gli esami di terza media e di maturità. L’esame degli studenti delle medie è stato annullato e sostituito con un elaborato da discutere online. Sarà il consiglio di classe a esprimere la valutazione finale.

Per i maturandi, invece, è prevista la sola prova orale in presenza: annullati gli scritti. Cambia anche la commissione d’esame, che sarà composta solo da membri esterni, con un presidente esterno. I privatisti  che sosterranno l’esame a settembre potranno comunque partecipare ai test di ammissione ai corsi di laurea a numero chiuso.

All’interno del provvedimento ci sono anche alcune modifiche che cambieranno profondamente la scuola dei prossimi anni: su tutte, l’addio al voto in decimi per la scuola elementare. I voti saranno quindi espressi nuovamente con giudizi descrittivi. A tal proposito il ministro dell’Istruzione Lucia Azzolina darà delle specifiche nei prossimi giorni.

Per i dirigenti scolatici ci sarà la possibilità di consentire agli alunni disabili l’iscrizione allo stesso anno scolastico appena terminato: l’obiettivo è quello di permettere loro il recupero dei mesi di didattica a distanza. Tale decisione andrà presa solamente sulla base di una specifica richiesta della famiglia dell’alunno, a cui seguiranno i pareri del consiglio di classe.

Un altro punto nevralgico è quello dell’edilizia scolastica: il ritorno in classe a settembre necessita una serie di provvedimenti a livello organizzativo e strutturale sugli edifici scolastici per poterli adeguare alle disposizioni che verranno messe in campo per evitare nuovi contagi.

Per velocizzare gli interventi sarà data la possibilità ai sindaci e presidenti di Provincia e Città metropolitana di avere poteri di commissario fino al 31 dicembre 2020. Un sistema per agire più velocemente, permettendo di effettuare lavori con meno vincoli burocratici e rallentamenti.

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