Stop al FastPass gratuito per i visitatori di Disneyland Paris: il famoso parco divertimenti a tema ha infatti deciso di abbandonare il pass che permetteva di prenotare il proprio posto sull’attrazione prescelta, saltando la fila, in favore di un servizio pay-per-ride, il “Disney Premier Access”, che dietro il pagamento di 8 o 15 euro permette sostanzialmente la stessa cosa, ovvero di prenotare un posto in “corsia preferenziale”.

Una decisione, l’ultima delle tante prese in seguito alla chiusura dovuta alla pandemia, che hanno letteralmente flagellato i parchi divertimento, come moltissime altre attività economiche, che è destinata ovviamente a generare malcontento negli ospiti del famoso parco.

Anche perché il Disney Premier Access, pur se non necessario ovunque, sarà comunque presente su moltissime attrazioni, come Big Thunder Mountain, Peter Pan’s Flight, Ratatouille: L’Aventure Totalement Toquée de Rémy, Buzz Lightyear Laser Blast, Star Wars Hyperspace Mountain, Star Tours: l’Aventure continue, The Twilight Zone Tower of Terror, e Autopia. Gli ospiti che desiderano utilizzare il servizio devono prenotare in anticipo uno dei posti a “disponibilità limitata” tramite i propri account Disney e quindi scansionare il codice QR per accedere alla corsia privilegiata designata.
Chi invece non ha uno smartphone troverà dei corner, sparsi in tutto il parco, per poter comunque usufruire del servizio.

La direzione di Disneyland Paris ha tenuto a specificare che il FastPass non sarà più disponibile, mentre resterà in vigore lo Standby Pass, un servizio digitale inaugurato lo scorso anno per rispondere alla necessità di distanziamento fisico tra i visitatori, accessibile solo in alcuni orari della giornata, durante i quali l’accesso alle attrazioni è riservato appunto esclusivamente a chi è munito del pass, mentre gli altri dovranno attendere il ritorno della fila “normale”.

Disneyland Paris non è il primo parco a implementare il Disney Premier Access, che è già stato sperimentato al Shanghai Disneyland, e pare che a breve anche i parchi a tema statunitensi possano rifornirsene. Come detto, restano da capire le reazioni del pubblico europeo rispetto alla scelta di sostituire un servizio gratis con uno a pagamento. La cosa potrebbe far storcere il naso a molti.

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