Don dice messa in tenuta da ciclista, il vescovo: "Hai provocato dolore"

Don Fabio Corazzina, prete bresciano, ha celebrato messa in un parco di Mazara del Vallo, con un tavolo al posto di un altare e senza tonaca, ma con abbigliamento sportivo e una sciarpa arcobaleno a fargli da stuoia. Da qui la polemica dei puristi della liturgia, che hanno trovato sconveniente e irrispettoso l’atteggiamento e i vestiti del parroco.

Fa discutere la messa che Don Fabio Corazzina, parroco nel quartiere Fiumicello di Brescia, ha detto domenica 11 settembre 2022, in un parco di Mazara del Vallo. Una polemica nata, ormai da giorni, per l’abbigliamento ritenuto poco consono del prete, arrivato in un altare improvvisato vestito da ciclista.

Don Corazzina, è bene dirlo, si trovava in Sicilia impegnato con altri fedeli nell’evento Percorri la Pace, organizzato dalle Acli bresciane: 595 chilometri in sella alla bici, attraverso 47 Comuni siciliani, con lo scopo di trasmettere un messaggio di legalità, lotta alle mafie, alla corruzione, e a tutti i fenomeni di criminalità.

Il prete bresciano ha così celebrato la messa, tenutasi nel parco di Mazara con un tavolo al posto di un altare e senza tonaca, ma con la tenuta sportiva e una sciarpa arcobaleno a fargli da stuoia, e poi l’ha trasmessa, come usa fare di solito, su Facebook. Da qui la polemica dei puristi della liturgia, che hanno trovato sconveniente e irrispettoso l’atteggiamento e l’abbigliamento di Don Fabio Corazzina.

Una polemica che dura da giorni e alla quale si è aggiunta la lettera, del 19 settembre, firmata dal vescovo di Brescia, Pierantonio Tremolada che rimprovera con toni severi il prete:

Ti scrivo con sentimento di profonda amarezza. Sono rimasto sconcertato ed estremamente rattristato. Tu sai quanto io apprezzi la tua sensibilità per i temi sociali e la tua attenzione per i più poveri ed emarginati. Ma in questo caso ti devo invece dire che non condivido quanto hai fatto e che considero molto grave quanto avvenuto. Il contesto, l’abbigliamento, il modo di trattare le sacre specie, la libertà nel formulare le orazioni e la stessa preghiera eucaristica, alcune battute fuori luogo e infelici. Non si può condividere tutto questo

E ancora:

Mi stupisce che tu non abbia pensato alle conseguenze di un simile atto, per altro intenzionalmente portato all’attenzione pubblica attraverso i social. Come non rendersi conto dello sconcerto che avrebbe provocato? Qui occorre fare ammenda e chiedere scusa. Lo faccio io a nome tuo nei confronti di tanti che si sono scandalizzati, e mi aspetto che tu condivida con me questo bisogno. Ti chiedo poi un gesto penitenziale, che esprima la consapevolezza della tua responsabilità e in qualche modo intervenga a riparare quanto accaduto.

Nessuna risposta ancora dal parroco di Fiumicello, che nella sua messa fronte mare ha voluto ricordare le vittime che proprio nelle acque appena fuori la Sicilia hanno perso la vita, e ha voluto farlo “Con le parole di Papa Francesco, pronunciate a Lampedusa pochi anni fa”. Parole che Don Corazzina ha fatto ascoltare ai fedeli presenti e che chiedono perdono per tutte le volte che l’indifferenza ha prevalso sulla sofferenza di chi ha attraversato il mare e ha trovato lì la morte.

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