Un triste copione che si ripete, e che in questo 2021 abbiamo già ascoltato altre 69 volte. Tanti i femminicidi commessi finora quest’anno, cui ieri si è aggiunto quello di Elisa Mulas, di Sassuolo, ammazzata dall’ex compagno Nabil Dahir insieme alla madre di lei, Simonetta Fontana, e i due figli, Ismael e Sami, 2 e 5 anni

La storia è sempre (o spesso) la stessa. A ribadire un concetto chiaro: il femminicidio è un cancro endemico e sistemico, non un episodio isolato. Mulas aveva lasciato Dahir ed era tornata a casa della madre,assieme ai figli avuti da lui e alla primogenita di 11 anni, figlia di una precedente relazione, che ieri è scampata alla morte solo perché, fortunatamente, si trovava a scuola.

Proprio la bambina ha lanciato l’allarme, quando, vedendo che nessuno era andato a prenderla all’uscita, aveva provato a chiamare. È stato quindi lo zio, fratello di Elisa Mulas, a entrare per primo nell’appartamento di via Manin, avendo una copia delle chiavi, e la scena che si è trovato di fronte è stata a dir poco raccapricciante.

Nell’esiguo spazio tra il corridoio e la camera da letto giacevano i cinque corpi senza vita, quelli di Elisa Mulas, Simonetta Fontana, Ismael e Sami Dahir, ma anche quello dello stesso Nabil Dahir, che dopo la strage si è piantato il pugnale usato per la strage nel petto.

Come spesso capita i giornali descrivono i protagonisti come persone normali, tranquille: lui, di origini tunisine, perfettamente integrato nella cittadina modenese, con il suo impiego presso un supermercato di zona. Lei, che aveva cambiato diversi impieghi e ora faceva la casalinga e la donna di servizio a chiamata.

Eppure, scavando sotto la patina dell’apparenza, si scopre un rapporto malato, tossico, da cui Mulas aveva deciso di scappare.

Nell’ultimo periodo il loro rapporto era diventato molto conflittuale, tanto che mia sorella aveva deciso di andarsene di casa, ma non andavano d’accordo da tempo.

Sono le parole del fratello. Ma alla decisione di separarsi sono seguite le minacce, quelle arrivate in un messaggio audio che Elisa aveva fatto ascoltare all’amica Patrizia.

Proprio due giorni fa mi aveva fatto sentire un audio di Nabil – ha riferito al Corriere – Se non mi fai vedere i bambini ricordati che ti ammazzo.

Eppure, assicura Patrizia, Elisa Mulas non aveva mai impedito a Dahir di vedere i suoi figli; dopo quelle parole, però, si era convinta a denunciarlo, e a rivolgersi al centro antiviolenza di zona.

E tocca di nuovo interrogarsi sulla necessità di interventi immediati e su quanto non basti denunciare per mettersi in salvo.

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