Ricoverato Emanuele Ragnedda, il femminicida di Cinzia Pinna avrebbe tentato il suicidio

Il 41enne imprenditore del vino, che aveva confessato l’omicidio di Cinzia Pinna a settembre, è stato ricoverato d’urgenza all’ospedale di Sassari. Continuano le indagini dei Ris nella tenuta di Concaentosa.

È ricoverato nel reparto protetto dell’ospedale civile di Sassari Emanuele Ragnedda, 41 anni, l’imprenditore vitivinicolo di Arzachena che a settembre aveva confessato l’omicidio di Cinzia Pinna, la compagna di 33 anni originaria di Castelsardo. L’uomo, secondo quanto trapela da fonti investigative, avrebbe tentato di togliersi la vita nel carcere di Bancali, dove era detenuto in attesa di processo.

Emanuele Ragnedda e il tentato suicidio in cella

Nella notte tra lunedì e martedì, Ragnedda è stato soccorso d’urgenza dopo essersi procurato ferite autoinflitte. Trasferito in ambulanza all’ospedale di Sassari, è ora sotto stretta sorveglianza dei medici e degli agenti di polizia penitenziaria. Le sue condizioni non sarebbero gravi, ma resta sotto osservazione continua.

Il suo legale, l’avvocato Luca Montella, si è recato immediatamente in ospedale per incontrarlo, evitando di rilasciare dichiarazioni ai giornalisti: «Voglio parlargli di persona», ha detto.

Il femminicidio di Cinzia Pinna

L’omicidio risale alla notte tra l’11 e il 12 settembre 2025, quando di Cinzia Pinna si persero le tracce dopo una serata trascorsa con Ragnedda in un locale di Palau. Le ricerche, durate quasi due settimane, si erano concluse con la confessione shock dell’imprenditore e il ritrovamento del corpo della donna all’interno della sua tenuta di Concaentosa, tra Palau e Arzachena.

Secondo gli investigatori, l’uomo avrebbe tentato di disfarsi del corpo gettandolo in mare, forse dalla scogliera di Capo Ferro, ma avrebbe poi desistito, decidendo di seppellirlo nella proprietà.

Nuovi rilievi dei Ris

Le indagini dei carabinieri proseguono. Nelle prossime ore i Ris di Cagliari torneranno nella tenuta per nuovi rilievi scientifici, con l’obiettivo di chiarire la dinamica dell’aggressione e stabilire se Ragnedda abbia agito da solo o con l’aiuto di altre persone.
L’inchiesta resta aperta e coordinata dalla Procura di Tempio Pausania, che attende l’esito degli accertamenti tecnici e delle perizie sui reperti biologici trovati in casa e nei terreni di Concaentosa.

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