Alcuni influencer sono dei lavoratori a tutti gli effetti, anche dal punto di vista fiscale. Così almeno la pensa il governo degli Emirati Arabi Uniti, che ha introdotto una vera e propria licenza (già annunciata a marzo) per chi, con la propria influenza tramite i vari social network, fa delle pubblicità e riesce a guadagnarci del denaro.

E non sono pochi, oggi, quelli che riescono a vivere di questo lavoro, e alcuni ci vivono anche bene con singoli post pagati anche 500 euro per pubblicizzare un prodotto. Gli influencer che vivono negli Emirati Arabi Uniti avranno tempo fino a giugno per registrare la propria attività presso l’ente competente, e non gli costerà poco: 15 mila dirham, che equivalgono a circa 3 mila e 500 euro all’anno. Un costo addirittura superiore a quello per la registrazione di un giornale online nel paese arabo. Una scelta che  andrà inevitabilmente a penalizzare gli influencer “minori”.

L’obiettivo di questa novità, introdotta dal National Media Council (Nmc) ha la finalità di incoraggiare “contenuti equilibrati e responsabili che rispettano la privacy dell’individuo e proteggono il pubblico, soprattutto i bambini, da materiale negativo o pericoloso” E l’inquadratura è ad ampissimo spettro, per non lasciare spazio a dubbi, come riporta il Corriere.it: “ogni forma di promozione e/o presentazione di idee, beni o servizi, che sia pagata o non pagata e venga svolta tramite mezzi elettronici o applicazioni online”. Chi non dovesse pagare si troverà l’account chiusa e una multa pari a 230 euro.

E in Italia? Da noi l’Autorità garante delal concorrenza e del mercato chiede che gli influencer indichino nei loro post la natura pubblicitaria degli stessi, inserendo gli hashtag #Pubblicità, #Sponsorizzato o #Advertising.

La discussione continua nel gruppo privato!
Seguici anche su Google News!