Ashley Brandt, Lauren Hall, Lauren Miller, Anna Zargarian e Amanda Zurawski sono le 5 donne che hanno fatto causa allo Stato del Texas, in una denuncia di 91 pagine per negato aborto, come riporta la stampa internazionale.

Le 5 donne, insieme a due operatrici sanitarie e al Center for Reproductive Justice, che ha intentato l’azione legale per loro, denunciano il Texas per aver negato loro il diritto all’aborto nonostante i rischi per la loro vita. Questa è la prima azione legale di donne incinte dopo l’annullamento della Roe v. Wade.

Dopo che la Corte Suprema degli Stati Uniti, l’estate scorsa, ha ribaltato la sentenza Roe v. Wade che garantiva il diritto all’aborto a livello federale, il Texas è diventato uno degli Stati che vietano l’aborto nella maggioranza dei casi. In Texas, infatti, è consentito solo entro sei settimane dal concepimento e i medici che non seguono la legge rischiano l’incarcerazione, anche fino a 99 anni.

Nella denuncia delle 5 donne vengono sottolineati i danni catastrofici che l’annullamento della Roe v. Wade ha sulle donne negli Stati Uniti.

Secondo le associazioni per il diritto all’aborto che sostengono la causa legale, i medici rifiutano la procedura anche in casi estremi per paura di essere perseguiti. Nel caso di due delle 5 donne che hanno fatto causa due feti avevano condizioni per cui non avrebbero sviluppato il cranio. Secondo quanto riporta l’azione legale, a tutte e 5 è stato detto che i loro feti non sarebbero sopravvissuti, eppure non è stata data loro la possibilità di abortire.

L’ufficio del procuratore generale Ken Paxton ha detto invece ai media di aver semplicemente “applicato le leggi dello Stato”.

La presidente del Center for Reproductive Justice Nancy Northup ha dichiarato alla stampa: “Ora è pericoloso essere incinta in Texas”.

La denuncia delle 5 donne chiede una sentenza che chiarisca la legge del Texas e la sua posizione sulle emergenze mediche per le donne incinte che affrontano gravi rischi per la loro salute.

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