Medicina e tecnologia sono sempre più legate e in futuro, grazie all’intelligenza artificiale, potremmo monitorare molti problemi di salute: come nel caso di un’app capace di registrare gli impulsi sonori della voce e rivelare se il soggetto è a rischio di infarto o ictus.

Un’app che dalla nostra voce capisce se siamo a rischio di malattie? Sembra fantascientifico, ma presto sarà realtà: lo ha dimostrato un nuovo studio pubblicato al Congresso dell’American College of Cardiology.

Secondo lo studio, che vede come autore principale Jaskanwal Deep Singh Sara della Mayo Clinic, chi presenta uno specifico marcatore vocale elevato presenta un rischio di 2,6 volte più alto di riscontrare una patologia legata alle arterie coronariche e una possibilità triplicata di ritrovarsi con un accumulo di placche lungo i vasi.

Per appurare questa ricerca, sono stati condotti degli studi su poco più di un centinaio di pazienti: a tutti loro è stato chiesto di registrare tre diversi messaggi vocali di circa mezzo minuto l’uno: nel primo i pazienti dovevano leggere un testo breve, mentre nel secondo e nel terzo dovevano esporre in breve due esperienze personali, una negativa e una positiva. Fare il test è risultato molto semplice, perché bastava usare un comune registratore, come uno smartphone.

Grazie a un algoritmo di intelligenza artificiale sviluppato in Israele i ricercatori hanno poi analizzato un’ottantina di parametri vocali per ogni paziente. I marcatori da ricercare, correlati con la malattia coronarica, erano 6. Nei due anni successivi, in 6 casi su 10 (58,3%) i pazienti che avevano degli score vocali elevati correlati con quei marcatori sono entrati in ospedale per dolore al torace o chiari segni di sindrome coronarica acuta.

Ma come si spiega il ruolo della voce in tutto questo? “Non sono nuove le analisi del parlato per la diagnosi di diverse patologie” ha spiegato alla stampa Filippo Molinari, medico ordinario di Bioingegneria al Politecnico di Torino. “In particolare, in passato, sono state analizzate patologie neurodegenerative (in particolare Parkinson)“.

Questo perché, come spiegato dal dottore, gli studi indicano che c’è un probabile collegamento tra il sistema nervoso autonomo, che influisce sia sulla voce che sui parametri di cuore e arterie, e la frequenza dei battiti o la pressione arteriosa.

In futuro, quindi, grazie alla tecnologia, anche chi è impossibilitato a recarsi in un centro specializzato per i controlli potrà essere monitorato grazie a una semplice applicazione che registra gli impulsi sonori.

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