Bronte è il luogo dove si è consumato l’ennesimo femminicidio. Come riportato dalle agenzie di stampa, l’uomo ha ucciso la moglie la mattina in cui si sarebbe tenuta l’udienza per la firma della separazione consensuale. L’assassino, Filippo Asero, di 47 anni, ha poi rivolto l’arma contro se stesso, tentando di suicidarsi. L’uomo è stato ricoverato nell’ospedale Cannizzaro di Catania.

L’uomo era stato già arrestato in passato per l’omicidio di Sergio Gardani, 32 anni, ucciso in un agguato a Bronte che, secondo l’accusa, era scaturito da una lotta interna per il controllo delle estorsioni e del traffico di droghe. Asero, condannato all’ergastolo il 28 ottobre del 2003, era stato poi assolto.

L’anziano che Ada Rotini assistiva e Asero abitano nella stessa strada, in via Boscia. L’assassino, alle dieci circa del mattino, ha visto arrivare Ada al lavoro e l’ha seguita. Secondo le indagini, aveva già in mano il coltello con cui successivamente ha colpito la moglie con violenza.

A ucciderla è stato un colpo fatale alla gola. Il femminicidio è stato svolto con violenza: Asero ha colpito Ada Rotini ripetutamente, davanti all’anziano che accudiva, per poi sgozzarla e ucciderla. Anche l’anziano, che ha assistito alla scena, è rimasto ferito nel disperato tentativo di difendere la donna, cercando di farle da scudo con il suo corpo. L’uomo ha riportato una ferita a un braccio ed è al momento ricoverato nell’ospedale di Bronte.

Due donne uccise e una ferita gravemente in appena due giorni. Dal femminicidio di Chiara Ugolini alla tragedia nel Sassarese dove un 42enne ha sparato alla compagna ferendola gravemente, fino ad Ada Rotini. È l’ennesimo caso di femminicidio. La scia di sangue non si ferma, davanti a un Paese che si ostina a negare la violenza sistematica verso le donne.

L’ennesimo caso di un uomo incapace di accettare una separazione, di comprendere che una donna non è una proprietà.

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